Il ritorno alle urne diventa sempre più probabile. Problemi di affollamento nei 5 stelle e in Fi. La Lega potrebbe schierare Spirlì. Per il Pd ci sono Irto e Bevacqua. Fdi con Ferro e Orsomarso (ASCOLTA L'AUDIO)
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I parlamentari calabresi, al di là delle divisioni partitiche, sono accomunati da due desideri, egoistici più che politici: che la legislatura arrivi a naturale conclusione e, nel malaugurato caso (per loro) di un voto anticipato, di essere ricandidati, possibilmente in posizione utile.
A Roma, per ora, butta male. Il premier Draghi tornerà in Parlamento mercoledì e, malgrado sulla carta ci siano i numeri per continuare l'esperienza di Governo, non sembra entusiasta all'idea di andare avanti, magari con una maggioranza ristretta – quindi senza il M5S – che lo costringerebbe a fare i conti con le solite rivendicazioni pre-elettorali, su tutte quelle della Lega di Salvini.
Del resto – mentre il Pd chiede un secondo tempo con lo stesso perimetro di maggioranza, anche per salvare il campo largo con il Movimento di Conte –, sia il Carroccio, sia Fratelli d'Italia hanno già invocato il ritorno alle urne a ottobre. Uno scenario, quest'ultimo, che le cronache parlamentari descrivono come sempre più vicino.
Giri di valzer
Mentre si approssima l'addio al primo desiderio, tutti i parlamentari scaldano i muscoli per non vanificare anche il secondo. I giri di valzer non sono ancora iniziati, ma nei partiti si inizia a ragionare sulle prossime candidature per Camera e Senato.
Ottenere un seggio, stavolta, sarà un'avventura: in Calabria, dopo la riforma costituzionale, verranno eletti solo 19 parlamentari (13 deputati e 6 senatori) a fronte dei 30 attuali. Il possibile voto anticipato, poi, esclude a priori la possibilità di una nuova legge elettorale. Resterebbe quindi in gioco il Rosatellum, un sistema misto che assegna il 37% dei seggi con il maggioritario, il 61% con il proporzionale e il restante 2% destinato agli italiani all'estero.
L'esito del voto rischia di avere effetti anche sulla Giunta regionale di Roberto Occhiuto. Lo stesso governatore, nello spiegare il suo disimpegno alle Amministrative («dal primo giorno del mio mandato ho detto che avrei lasciato ai partiti le scelte in ordine ai candidati sindaco), ha ribadito di volersi impegnare in prima persona per le Politiche.
Movimento affollato
Le ansie maggiori riguardano proprio i 5 stelle, gli artefici di questa crisi. Quattro anni fa il Movimento riuscì nell'impresa storica di eleggere 18 parlamentari. Oggi sono la metà, ma neppure tra i superstiti albergano certezze di rielezione. Anzi, il 10-12% nei sondaggi preoccupa e non poco, perché tradotto in voti provocherebbe un taglio netto della rappresentanza romana.
Il più tranquillo è Massimo Misiti, neo referente territoriale e membro effettivo dell'inner circle contiano. Tutti gli altri dovranno fare i conti con una lunga serie di incognite, tra cui l'esito delle Parlamentarie, lo strumento elettorale interno che, con ogni probabilità, deciderà le collocazioni in lista per il proporzionale. Dovrebbero comunque essere della partita molti uscenti, tra cui Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà, Alessandro Melicchio, Riccardo Tucci e Giuseppe Auddino. Più incerta la posizione della crotonese Elisabetta Barbuto, non sempre in linea con le posizioni di Conte.
Discorso a parte per i deputati in Parlamento dal 2013, Federica Dieni e Paolo Parentela. Al momento non è in agenda l'eliminazione del tetto ai due mandati. Senza le deroghe, i due parlamentari potrebbero salutare i 5 stelle per cercare fortuna altrove. Il gruppo di Luigi Di Maio sarebbe ben disposto ad accoglierli, ma non è detto che sia l'unica opzione sul tavolo.
Quanto a Dalila Nesci e Pino d'Ippolito, i soli calabresi ad aver aderito al progetto del ministro degli Esteri, puntano a una riconferma nelle liste di quel centro da molti vagheggiato ma ancora del tutto informe.
Gli uscenti di Fi
Ha problemi di affollamento anche Forza Italia, che oggi annovera 8 parlamentari (Fulvia Caligiuri, Francesco Cannizzaro, Andrea Gentile, Giuseppe Mangialavori, Marco Siclari, Sergio Torromino, Maria Tripodi e Silvia Vono). Le percentuali attuali degli azzurri dicono che parecchi di loro resteranno a casa. In pole position per un bis c'è il coordinatore regionale Mangialavori, mentre nel Reggino dovrebbe trovare un posto al sole – forse in un collegio uninominale – il coordinatore provinciale Cannizzaro. Le Politiche potrebbero far gola anche a una new entry, l'assessore calabrese e mister preferenze (21mila) alle Regionali, Gianluca Gallo. Il governatore Occhiuto potrebbe poi spingere per piazzare in lista suo fratello Mario, ex sindaco di Cosenza. Scalpita anche Mimmo Giannetta, rimasto fuori dal Consiglio regionale nonostante i quasi 10mila voti raccolti.
Fdi in salute
Il partito più in salute, anche in Calabria, è Fdi. A differenza degli altri partiti, qui non esistono problemi di spazio: l'unica uscente è la commissaria regionale Wanda Ferro, praticamente certa della rielezione. Nelle liste potrebbe poi trovare posto un altro assessore regionale, Fausto Orsomarso, che nel 2018 aveva solo sfiorato il traguardo. Tra i papabili anche la giovane consigliera regionale Luciana De Francesco, il capogruppo a Palazzo Campanella Giuseppe Neri e il coordinatore provinciale di Reggio Denis Nesci. In quota Fabio Rampelli potrebbe farsi largo anche l'ex segretario regionale del partito, Ernesto Rapani. Discrete chance anche per Monica Falcomatà, la donna più votata della lista reggina fdi alle ultime Regionali.
Torna Spirlì
La Lega potrebbe riservare sorprese. La più eclatante riguarda Nino Spirlì. L'ex presidente ff della Giunta – che continua ad avere rapporti privilegiati con Salvini – sarebbe pronto a tornare in pista a quasi un anno dalla fine della sua esperienza in Regione. Oltre al deputato uscente Domenico Furgiuele, in campo potrebbe scendere anche il commissario regionale Francesco Saccomanno. Quotazioni alte anche per l'assessore Tilde Minasi e la capogruppo regionale Simona Loizzo.
Pd in crescita
Il Pd calabrese beneficerà della crescita del partito a livello nazionale. Gli uscenti sono solo due: Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi: entrambi giocheranno le proprie carte per ottenere un nuovo pass per la Camera.
Ai nastri di partenza dovrebbe esserci pure il neo segretario regionale, Nicola Irto, a cui toccherà gestire tutte le trattative romane relative alla Calabria.
È inoltre plausibile che Mimmo Bevacqua, arrivato alla terza legislatura in Consiglio regionale e forte della sua amicizia con il ministro Dario Franceschini, tenti il grande salto in Parlamento. Non è da escludere che ci provino anche Ernesto Alecci, eletto lo scorso ottobre a Palazzo Campanella, e l'ex assessore Carlo Guccione, rimasto fuori dalle liste delle Regionali per via del codice etico varato dall'ex candidata governatrice Amalia Bruni.
In tutti i partiti si scaldano i muscoli: i giri di valzer potrebbero iniziare presto.