Risvolti politici

Crisi al Comune di Catanzaro, la maggioranza prova a ricompattarsi mentre il gruppo Talerico si sfalda

Barberio e Procopi pronti a sostenere la Giunta. Le difficoltà stanno ricompattando il centrosinistra. Le analogie con quanto sta accadendo a livello nazionale e la debolezza sui territori del centrodestra calabrese

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di Massimo Clausi
11 settembre 2024
21:29

Piano piano il mosaico politico che ha in testa il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, si sta componendo. Ieri due esponenti del gruppo di Antonello Talerico hanno comunicato la loro fuoriuscita. Si tratta di Antonio Barberio e Giulia Procopi. «La nostra scelta – scrivono i due in una nota – è frutto di un’analisi più complessiva dei nuovi scenari che si sono aperti dopo le fratture emerse all’interno della maggioranza e la decisione dello schieramento, che si rifà alla guida del consigliere Talerico, di abbandonare la propria rappresentanza in giunta. Nel prendere le distanze dalle conseguenti azioni, e ringraziando Talerico per il percorso finora condiviso, comunichiamo la volontà di staccarci dalle pregresse appartenenze politiche in attesa di future determinazioni».

Poche righe ma che fanno intuire quanto avevamo anticipato ovvero che Fiorita, tassello dopo tassello, sta recuperando i numeri in consiglio. A garantire la maggioranza ci saranno appunto i transfughi del gruppo Talerico e i consiglieri comunali di Azione che l’altro ieri si sono seduti al tavolo delle trattative con il Pd per la prima volta dall’inizio della consiliatura. D’altronde a guardarla bene in questa crisi di Catanzaro si trovano diverse analogie con quanto sta accadendo a livello nazionale con Matteo Renzi che, sia pure non sempre ben accetto, ha deciso di tornare alla sua matrice politica ovvero nel centrosinistra. A questo processo di ritorno alla “casa del padre” sta partecipando anche Calenda, sia pure con i suoi distinguo. Identica cosa sta accadendo a Catanzaro.


Allora la crisi aperta dal centrodestra sembra aver avuto il merito di mettere un po’ di ordine politico a Catanzaro rispetto la confusione che ha regnato sinora e soprattutto aver ricompattato il centrosinistra, al di là degli interessi personali dei singoli che in queste vicende sono sempre il convitato di pietra.

Talerico proprio su questo punta nel commentare il “tradimento” politico dei suoi. In una nota abbastanza velenosa per la verità, dice che «La decisione dei consiglieri Antonio Barberio e Giulia Procopi di rimanere a sostegno della maggioranza di Fiorita non ha nulla di politico [...] In realtà la scelta dei consiglieri Barberio e Procopi – sempre ipercritici nei confronti della gestione Fiorita - dipende esclusivamente da valutazioni di opportunità personale e verosimilmente da proposte utilitaristiche che Fiorita avrà offerto loro, così come è stato fatto al Gruppo di Azione e ad altri consiglieri che hanno deciso di non abbandonare la maggioranza. I Consiglieri Barberio e Procopi pretendevano dal sottoscritto garanzie o prebende, che non ho inteso garantire, trattandosi di richieste che con la politica non hanno nulla a che fare e, che disegnano un quadro allarmante delle dinamiche che caratterizzano il Consiglio Comunale del capoluogo di Regione».

Non sappiamo su cosa Talerico basi queste affermazioni, ma in realtà il punto di partenza di ogni discussione è che Fiorita ha vinto il ballottaggio con il 60% dei voti, tradotto significa che la città vuole essere governata da lui e il docente Unical ha tutto il diritto di continuare a farlo fin quando i numeri gli daranno ragione. L’altro dato è che Fiorita ha una storia e una tradizione marcatamente di centrosinistra quindi è del tutto naturale che quella coalizione tenti di ricomporre anche per una eventuale proiezione futura.

D’altronde non è un caso se il centrodestra calabrese governa la Regione ma nessuna grande città della Calabria, compresa Lamezia Terme dove è in corso una battaglia fratricida fra Fdi e Lega da una parte e Forza Italia (che è al governo) dall’altra. Segno forse di una scarsa presenza di riferimenti sui territori o di una classe dirigente regionale convinta dell’autosufficienza. Catanzaro però sta raccontando un’altra storia.

Giornalista
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