«La maggioranza consiliare che sostiene il sindaco di Catanzaro ormai non esiste più. C’è voluta l’eco mediatica successiva all’inchiesta cosiddetta “gettonopoli”  e l’unanime indignazione popolare per decretare quello che oramai sembra essere l’epilogo dell’esperienza amministrativa di Sergio Abramo al Comune capoluogo». Così un comunicato di Gianluca Cuda, segretario Pd della federazione provinciale di Catanzaro.

 

«Il Pd da molti mesi – prosegue Cuda - ha sostenuto e rimarcato pubblicamente le gravi responsabilità politiche e amministrative che si stavano consumando sulle spalle dei catanzaresi, con una città, di fatto, in fase di stallo senza prospettive, senza slanci, senza idee. È sotto gli occhi di tutti i catanzaresi la condizione dei servizi, dei trasporti, dell’irrisolto problema delle periferie, della tutela e valorizzazione del centro storico, dello stato dell’economia locale, della disoccupazione soprattutto giovanile, delle difficoltà serie in cui si dibattono le attività produttive e commerciali».

 

Secondo Cuda «a fronte di tutto questo abbiamo dovuto assistere all’assoluta incapacità del Consesso civico cittadino di effettuare proposte che potessero spingere l’amministrazione comunale ad affrontare e risolvere le tante criticità che emergono con sempre maggiore evidenza. Abbiamo detto che all’interno del Consiglio comunale la maggioranza di centrodestra, invece di trovare soluzioni ai tanti problemi dei catanzaresi, si è modellata e schierata di volta in volta per questa o quella fazione politica di riferimento, in una lotta costante per il predominio politico della coalizione. Le istituzioni pubbliche hanno smesso di essere al servizio dei cittadini per essere piegate ad interessi politici di parte e per assecondare le aspirazioni personali di determinati e ben individuati personaggi. E la giustezza del nostro ragionamento, che ripetiamo da molti mesi, trova la più concreta conferma se si pensa che solo dopo l’indignazione popolare scaturita dall’attenzione nazionale sulla recente vicenda giudiziaria molti consiglieri della maggioranza abbiano deciso di dimettersi. Non lo hanno fatto a causa dell’inchiesta, come sarebbe stato doveroso, ma in conseguenza dello scandalo mediatico che ne è derivato. Non per la sostanza delle contestazioni mosse ma per la pessima immagine scaturita».

 

A detta del segretario «è evidente, agli occhi dei tantissimi cittadini perbene, che non si può andare più avanti, che è arrivato il momento che la parola torni ai catanzaresi. Chiudere la disastrosa esperienza Abramo non è solo un ineludibile dovere etico, dopo le contestazioni della magistratura, ma anche e soprattutto una necessità politica per l’inefficacia complessiva della gestione comunale da parte di tutto il centrodestra».