VIDEO | Nella sua prima uscita pubblica, il sindaco sospeso non sfugge ai microfoni di LaCNews24. Ospite del circolo Pd di Cinquefrondi l'amministratore gioca d'anticipo rispetto al possibile azzeramento della giunta: «Il rimpasto era nell'aria»
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A 10 giorni dalla sospensione dalla carica di sindaco di Reggio Calabria, e della Città metropolitana, parla per la prima volta fuori dai social Giuseppe Falcomatà. L’occasione, di questa che è anche la sua prima uscita pubblica, è l’invito arrivatogli dal circolo Pd di Cinquefrondi – una discussione intorno alle prospettive del Piano nazionale di ripresa e resilienza – diventato anche un plateale e applaudito apprezzamento che la base del partito, al netto del terremoto amministrativo a cui nel capoluogo alcuni settori della nomenklatura vorrebbero costringerlo.
L'interpartitica di lunedì
Prima di raggiungere il tavolo, per i lavori che senza di lui non cominciano, il doppio sindaco sospeso dopo la sentenza di condanna in primo grado sull'affaire Miramare si concede - in esclusiva per LaCnews24 – intanto per rispondere, anche con ironia, a quanti lo davano in fuga dalla città per esigenze lavorative: «Come si vede non sono a Milano, ma a Reggio Calabria, per gli sviluppi che ci saranno». Week end da far trascorrere, dopo il congelamento della crisi deciso fino all’interpartitica di lunedì, senza rinunciare a mandare messaggi chiari a quanti, come Nino de Gaetano e Sebi Romeo, all’interno del partito oltre a chiedere l’azzeramento della giunta, sarebbero arrivati a mettere in discussione anche il suo ruolo nella soluzione della crisi, generata dal varo di un nuovo esecutivo post sospensione.
«Non posso partecipare alle attività istituzionali – afferma il sindaco sospeso - ma quelle politiche e di partito mi vedranno sicuramente presente». Vuole dire la sua, faccia a faccia, e difendere quanto più possibile la doppia scelta dei vice che condurranno gli enti – per una durata che potrebbe essere anche breve visto il ricorso al Tar contro la sospensione – argomento di scontro evidentemente rimasto in piedi, visto che Falcomatà si affretta a demolire la vulgata secondo cui avrebbe agito in solitaria con il rimpasto poche ore prima di essere condannato in primo grado.
La verità di Falcomatà
«No – risponde a proposito del contestato mancato preavviso ai partiti - i fatti sono altri. I fatti dicono che se si vuole affrontare nel migliore dei modi questo periodo, fino al mio ritorno, bisogna attrezzarsi affinchè questo possa avvenire al meglio, e la scelta fatta va esattamente in questa direzione». Difende a spada tratta il vice sindaco Brunetti, e il resto dell’esecutivo, in vista della ripresa di una trattativa in cui farà pesare almeno 2 punti imprescindibili: toccherà “agli altri” difendere la qualità degli assessori che loro premono per far inserire, chi ha preso il mio posto a palazzo San Giorgio è lì per un incarico fiduciario. «Nessuna intenzione di passare con il partito di Renzi», risponde infatti quando gli si ricorda l’obiezione della nomina di un renziano, quella dell’assessore Brunetti, promosso suo vice, sul conto del quale insiste che «quella è una nomina fiduciaria di ogni sindaco».
Nessun commento alle parole dell'ex vice sindaco Perna
«Il rimpasto era nell’aria – avvisa ancora rispetto a quella che potrebbe degradare nella classica tempesta in un bicchier d’acqua - e lo avevo annunciato subito dopo la fine dell’estate. Insomma nulla di nuovo rispetto a quello che era nelle previsioni». Lo schema azzeramento-rimpasto- sembra certo, tocca adesso aspettare i nomi che affiancheranno Brunetti e capire che effetti avranno le decisioni sulla città metropolitana le scelte fatte per il Comune. Falcomatà si schermisce solo sugli strascichi polemici dopo il forfait dell’ex vice sindaco Perna che lo aveva accusato di non essersi smarcato dall’eredità del padre Italo. «Ci sarà tempo – risponde un Falcomatà di colpo rabbuiato – per commentare le dichiarazioni dell’ex vice sindaco Perna: io ho molto rispetto delle persone».