VIDEO | Tutti i partecipanti si sono uniti nel chiedere con fermezza che non venga ridotta la presenza delle istituzioni sul territorio, recentemente minacciate dalla paventata chiusura del reparto Prevenzione Crimine della Polizia a Rende
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Dopo aver encomiato (l’8 Marzo) il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, per aver incarnato alla lettera i valori dello Stato rappresentandoli egregiamente sul territorio, la comunità di Cetraro - sul tirreno cosentino - ha organizzato un ulteriore incontro sul tema della presenza delle istituzioni in rapporto ad una realtà condizionata dalla recrudescenza di fenomeni criminali organizzati che recano in sé il tratto dell’organizzazione mafiosa.
"Presidio Anticrimine e Sovranità dello Stato": questo il titolo dell'incontro che si è svolto nella sala consiliare del comune amministrato da Ermanno Cennamo, coinvolgendo autorità civili e militari, figure religiose, rappresentanti istituzionali della Regione Calabria, sindacati delle forze di Polizia, sindaci della Provincia di Cosenza, associazioni antiracket e personalità della cultura e dell'istruzione. L'obiettivo era affrontare la delicata questione della possibile chiusura del Reparto Prevenzione Crimine di Cosenza della Polizia di Stato.
«Mettere in discussione la paventata chiusura di questo reparto è fondamentale», ha commentato Michele Alessi, vicepresidente del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap). «In un territorio vasto come quello della provincia di Cosenza, dove operano organizzazioni criminali potenti e spietate, è essenziale mantenere una presenza forte per garantire la legalità».
Il convegno, promosso dall'assessore cetrarese Barbara Falbo, è stato presieduto dal presidente del consiglio Giovanni Rossi, che insieme al vicesindaco Tommaso Cesareo, ha fatto gli onori di casa, accogliendo i convenuti con la lettera di saluto del primo cittadino, assente per motivi di salute ma autore di un intervento in linea con quelli dei presenti in sala.
La scelta di tenere l'incontro nel centro tirrenico non è stata casuale, poiché la tematica discussa è fonte di malcontento e preoccupazione anche tra i cittadini, i quali, dopo recenti fatti di cronaca nera, attendono una risposta che non può prescindere dall’incremento della presenza dello Stato. A Cetraro, la nuova caserma dei carabinieri, un edificio di quattro piani sito sul lungomare, finanziato dal Ministero dell'Interno, rimane chiusa nonostante le richieste di apertura provenienti da diverse parti.
«Chiudere un reparto che svolge ruoli cruciali nella sicurezza, prevenzione e lotta alla criminalità diffusa, è fuori discussione», ha chiarito l'assessore Falbo riferendosi all’Anticrimine. «Questo significherebbe cedere terreno alla criminalità organizzata in un territorio già critico. Perciò mi rivolgo all’onorevole Wanda Ferro (sottosegretario agli Interni, ndr), che in occasione della recente visita del capo della Polizia a Diamante, ha raccontato un aneddoto relativo ad un’espressione che ha trovato scritta sui muri di una casa circondariale, dove si leggeva che ogni bruco anela a diventare farfalla. Alla viceministro vorrei chiedere di confermare l’attenzione nei confronti dei territori che aspirano a diventare farfalla, in questo momento condizionati da intenzioni governative che rischiano di tarparne le ali. Territori che avrebbero sicuro giovamento dal consolidamento delle forze già in campo e dall’attivazione dei presidi a disposizione, che invece vengono mortificati con paventati ridimensionamenti o dolorose chiusure».
L'iniziativa è stata promossa dall'amministrazione comunale di Cetraro in risposta agli eventi di cronaca recenti, come i numerosi episodi di violenza che hanno colpito la costa tirrenica cosentina tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024, sottolineando l'urgente necessità di potenziare i presidi delle forze dell'ordine anziché procedere con chiusure o trasferimenti.