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“E’ davvero singolare come Mario Occhiuto tenti ancora una volta di fare la vittima quando invece è il vero carnefice dei disastri gestionali e finanziari al Comune a alla Provincia di Cosenza. Spera che l’inganno possa ancora funzionare. Ora, però, la campagna elettorale è chiusa e invece di fare propaganda è costretto a cimentarsi nelle funzioni di amministratore”.
È quanto sostenuto dal consigliere del comune di Cosenza, Damiano Covelli che continua: “Invece di sbrogliare i nodi di una gestione amministrativa dissennata spera che, inventandosi una polemica dai toni scomposti e con argomenti inconsistenti nei confronti del Presidente della Regione, possa sottrarsi alle sue responsabilità. L’attività amministrativa comunale è fortemente paralizzata. Occhiuto dovrebbe informare la Città ed il Consiglio comunale sullo stato dei lavori di piazza Bilotti, del Ponte Calatrava e del Planetario. Si ha la sensazione che queste tre grandi opere di cui ha voluto prendersi impropriamente merito grazie a veri e propri imbrogli tecnico-amministrativi possano rimanere incompiute per lungo tempo.
Non ha ancora chiarito alla Città e al consiglio comunale la questione dei debiti. Innanzitutto, dovrebbe rendere ufficiale la dimensione dei debiti fuori bilancio e le finalità per cui sono stati contratti. Ma dovrà chiarire – continua - anche la relazione che intercorre tra i suoi debiti personali e le responsabilità che gravano sul Comune.
Ancora più assurdo rimane il teatrino che ha intentato sulla metrotranvia. Mentre dagli atti amministrativi ufficiali si evince che si è pronunciato a favore, nella propaganda quotidiana fa il gioco delle tre carte ed insiste in una polemica capziosa e strumentale.
Insomma, Mario Occhiuto dovrà pur convincersi che il governo della cosa pubblica non è cosa sua.
Sarebbe il caso che egli si riconducesse alla realtà e la smettesse di usare la cosa pubblica come se fosse roba di casa sua . Come possono i cosentini tollerare che egli abbia potuto trasferire l’intero organico del suo studio nei ruoli di consulenti, collaboratori e dirigenti al Comune ed alla Provincia.
La concezione privatistica e l’uso distorto del governo della cosa pubblica è così esasperata nella sua azione tanto che egli pensa di poter abusare fino al punto di esibirsi nel ruolo di usurpatore di una funzione pubblica: tenta di continuare ad occupare lo scranno di Presidente della Provincia nonostante sia manifestamente decaduto.
Ormai si configura una vera e propria questione democratica. Siamo ben oltre il limite di polemiche politiche. Sono tanto evidenti e molteplici le violazioni di cui è protagonista il Sindaco Mario Occhiuto da richiedere ormai – conclude Covelli - senza ulteriori indugi, l’intervento degli organi istituzionali ed extragiudiziali preposti per riportare il Comune e la Provincia nell’alveo della democrazia”.