«Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto segue una politica clientelare». A pensarla così è il capogruppo dei democratici in senso al civico consesso della città dei Bruzi, Damiano Covelli. Il riferimento è a due nomine dirigenziali che «servono a pagare ancora una volta cambiali elettorali. Il sindaco rispetta i patti presi con pretoriani, fedelissimi, clientes. Non mi meraviglia la logica con cui ha nominato i due beneficiari dell’ennesima prebenda».


Poi l’annuncio: «Lunedì mattina chiederò gli atti, perché il Partito democratico vuole andare fino in fondo in questa ennesima storia che potrebbe rivelare profili non chiari. La scorsa amministrazione Occhiuto ha trasformato Palazzo dei Bruzi nel regno delle pratiche clientelari. L’architetto non ha perso questa pessima abitudine. E’ un populista. Il cavallo di Alarico e le sue prese di posizione al limite della correttezza istituzionale che impone il suo ruolo sono elementi che servono a coprire gli strani giochi di cui è protagonista a Palazzo dei Bruzi. Mi riferisco al suo attacco a media e giornalisti che non assecondano il suo delirio di onnipotenza. Ha flagellato una cronista per un articolo sulla potatura degli alberi. Occhiuto pensa di poter dire e fare quello che vuole».


Covelli ha quindi concluso: «Quando la città si riprenderà dalla sbornia populistica resteranno macerie. Forse si aggiungeranno le nuove macerie morali che Occhiuto ha creato con quelle tangibili dei crolli del centro storico e dell’assenza di serie politiche di welfare a sostegno dei poveri. Non bastano piccoli simboli acquistati durante i saldi per stare vicino a quella parte di città invisibile agli occhi del tiranno».