VIDEO | Circa duemila persone hanno preso parte alla manifestazione promossa dalla Cgil, con una massiccia adesione da parte di Pd e M5s. Non c’era la Uil ma Sposato non fa drammi: «È con noi in questa battaglia»
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È un corteo imponente quello che si snoda per le vie del centro di Cosenza, scandito dai colori di forze sociali, sindacali e politiche riunite sotto il medesimo slogan: no all’Autonomia differenziata, no alla riforma Calderoli che spacca il Paese.
Il ritorno dei manifesti wanted
Nel variopinto serpentone compaiono nuovamente i contestati manifesti, stile wanted, affissi dal sindacato Usb con i volti dei parlamentari calabresi sostenitori del provvedimento leghista. In testa al corteo ci sono sindaci e amministratori locali, non molti per la verità, capeggiati dal primo cittadino del capoluogo bruzio Franz Caruso. E naturalmente la Cgil, promotrice dell’iniziativa, unica della triplice confederale alla luce del forfait dell’ultimo momento da parte della Uil. Sul punto, il segretario regionale Angelo Sposato, non fa drammi: «La Uil è profondamente contraria all’autonomia differenziata. Stiamo procedendo insieme nella battaglia contro questa norma. A maggio saremo fianco a fianco in una nuova manifestazione nazionale a Napoli. La Cgil ha scelto una mobilitazione senza soluzione di continuità, perché si tratta di un progetto che divide l’Italia e che accentuerà i divari già presenti tra le diverse aree del Paese. L’introduzione eventuale dei Lep, i Livelli Essenziali delle Prestazioni, non è sufficiente a contenere le diseguaglianze su temi sensibili come sanità, lavoro e infrastrutture. Pensiamo anzi che alla battaglia dovrebbe unirsi pure il presidente della Regione».
Posizione univoca delle varie anime Democrat
A tirare per la giacca Roberto Occhiuto anche il Movimento Cinquestelle, quest’ultimo rappresentato dal capogruppo alla Camera Francesco Silvestri: «Mi auguro si scagli contro l’autonomia differenziata – ha detto, affiancato da Anna Laura Orrico – insieme a tutta la classe politica calabrese. Perché nessun amministratore può piegarsi ad un diktat che danneggia i propri concittadini». Il Pd ha scelto di aderire senza esporre il proprio simbolo nel rispetto, dicono i dirigenti, della natura civica della mobilitazione. In piazza è presente la rappresentanza regionale con il vicepresidente dell’assise Franco Iacucci ed il capogruppo Mimmo Bevacqua, ma anche i vertici provinciali con il segretario Vittorio Pecoraro e la dirigente Maria Lucanto. E poi l’ala più a sinistra, con Maria Pia Funaro, e quella manciniana rappresentata proprio da Giacomo Mancini jr: «Sull’autonomia differenziata – sottolinea Iacucci – non c’è dubbio che vi sia un Pd unito». Pecoraro auspica un rinnovo della presa di posizione da parte di Rosaria Succurro nella sua qualità di presidente di Anci Calabria «oltre che di esponente di Forza Italia – ricorda Pecoraro – Io personalmente l’ho difesa ma purtroppo ho verificato che a quella presa di posizione non vi è stato alcun comportamento consequenziale».
Il monito dell'Arcivescovo: «Autonomia contraria alla dottrina sociale della chiesa»
Da segnalare inoltre la partecipazione di altri movimenti partitici tra cui l’Alleanza europeista Verdi-Sinistra con il segretario regionale di Sinistra Italiana Fernando Pignataro, Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Equità Territoriale. Da Piazza Loreto la manifestazione si è spostata verso la sede della Prefettura. Significativa la scelta di aprire la serie degli interventi con la testimonianza di Santo Gioffrè, il primo a denunciare le anomalie dei doppi pagamenti dell’Asp di Reggio Calabria. «Il diritto alle cure è già condizionato dai luoghi in cui si risiede – ha detto tra l’altro - il Sud finanzia i presidi del centro nord versando trecento milioni di euro all’anno con la migrazione sanitaria». Non banale il costante supporto dell’Arcivescovo Giovanni Checchinato: «La Chiesa non è mai contro – ha tenuto a ribadire il presule - Quando la Chiesa dice di no, vuol dire dei sì. E dice dei sì alla dottrina sociale della solidarietà e della sussidiarietà». Il richiamo alla politica della sfera ecclesiale anche attraverso la Conferenza Episcopale, può esercitare una certa influenza sul governatore della Calabria, cresciuto nell’Azione Cattolica, esponente della prima ora del Partito Popolare nel dopo tangentopoli e poi dei Cristiani Democratici Uniti. Checchinato sa che Roberto Occhiuto è un fervente credente e spera di incontrarlo «perché le interlocuzioni e il dialogo sono sempre importanti».