C'era anche Pippo Civati, insieme alla parlamentare Loredana De Petris, all'iniziativa organizzata a Cosenza dalla Cgil in occasione dell'apertura della campagna elettorale per i due Referendum amessi dalla Corte Costituzionale sulle condizioni dei lavoratori.

 

Il primo quesito propone di eliminare completamente il voucher, lo strumento introdotto per pagare prestazioni saltuarie ed utilizzato in maniera distorta anche per retribuire persone che svolgono di fatto mansioni continuative e subordinate. Il secondo quesito riguarda le tutele per gli esternalizzati, per azzerare le differenze tra persone che lavorano fianco a fianco, ma sono uno dipendente dell’azienda committente e l’altro dell’azienda appaltatrice.

 

I lavori sono stati aperti dal segretario della Cgil di Cosenza Umberto Calabrone. Nutrita la partecipazione nella Sala Nova del Palazzo della Provincia. «Quello del lavoro è un problema complessivo che riguarda anche i meno giovani – ha detto Civati, segretario del movimento “Possibile” – Il sistema del lavoro ha perso valore, certezze, garanzie, ha perso diritti. Quella referendaria è una battaglia fondamentale da concludere prima delle elezioni politiche: il governo stabilisca la data referendum, fissandolo insieme alle amministrative per evitare di buttare via 300 milioni come quelli spesi lo scorso anno per spostare il voto sulle trivelle in un giorno diverso dalle elezioni comunali.

 

Non si vota per un partito come nel referendum costituzionale, ma per una diversa idea del lavoro, della politica e della società. Partiamo dal Mezzogiorno insieme alla Cgil, nei luoghi dove il problema della disoccupazione è ancora più avvertito. Purtroppo il Pd si era impegnato nel 2013 a fare cose di sinistra. Invece ha prodotto riforme che non hanno funzionato, bocciate dagli organismi di garanzia, dagli elettori, dalla Corte Costituzionale. Un pasticcio dietro l’altro. Lo dico con un’amarezza particolare – ha concluso Civati - Con Possibile ed altre forze politiche stiamo cercando di portare il dibattito da un’altra parte, nella convinzione che il vento sta cambiando».

 

Salvotore Bruno