Prima di andare in aula per la seduta del civico consesso, la minoranza punta l'indice sulle presunte irregolarità che hanno scandito la gestione amministrativa di Palazzo dei Bruzi. Guccione: «Pronti a decretare la conclusione anticipata della consiliatura»
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Finanza creativa, artifici contabili, stanziamenti perduti, opere in bilico. Prima di andare, virtualmente, nell’aula di Palazzo dei Bruzi per la seduta del consiglio comunale, i gruppi di opposizione hanno tenuto una conferenza stampa, rigorosamente via skype, sulle criticità amministrative emerse nelle ultime settimane.
Questione depurazione
C’è Carlo Guccione a menare le danze. Dopo un accesso agli atti, rende noto un documento dal quale si evincono le cifre degli stanziamenti per la depurazione degli ultimi tre anni. Somme insufficienti, non solo per il 2020, ma anche per il 2018, appena 802 mila euro appostati in bilancio anziché i canonici due milioni e mezzo, e per il 2019, anno nel quale risulta un impegno di due milioni di euro. Per il 2018 ed il 2019 nessun pagamento è stato peraltro corrisposto alla Geko, società appaltatrice del servizio, che ha nel frattempo ceduto parte del credito fatturato alle banche per 3.164.000 euro.
Alienazioni fantasma
Guccione va giù duro anche sull’iscrizione in bilancio tra le previsioni attive, delle alienazioni di immobili per svariati milioni di euro mentre nella realtà ne sono stati incassati meno di 160 mila. Una problematica più volte sollevata negli anni passati ed oggetto di vari scontri con l’allora assessore comunale al bilancio Luciano Vigna.
La diatriba sulla metro
E poi torna sulla vicenda della metrotramvia: «Un’opera i cui costi sono lievitati – afferma – in virtù delle modifiche pretese da Mario Occhiuto e che adesso probabilmente non sarà neppure realizzata per i ritardi accumulati in seguito alla melina andata avanti per mesi da parte del sindaco. Fino ad oggi è stato speso solo il 3 per cento delle risorse stanziate e manca ancora la validazione del progetto esecutivo».
Risorse a rischio
La linea di finanziamento individuata per costruire l’infrastruttura è a valere sul Por 2014-2020. Per non perdere le risorse bisogna completare tutto entro il 2023. Altissimo il rischio di non farcela. Se si andasse avanti senza riuscire a chiudere in tempo le procedure, i fondi europei andrebbero perduti e dovrebbe essere la Regione, ente appaltatore, a farsi carico degli oneri. In questa fase invece, può essere richiesta una rimodulazione dei 160 milioni di euro «rinunciando però – dice Guccione – ad un’opera fondamentale, la prima nell’ottica del comune unico».
Cerniera dell’area urbana
«La metro – insiste il leader dell’opposizione di Palazzo dei Bruzi - avrebbe potuto dare una svolta all’intera area urbana, soprattutto perché inserita in un più ampio contesto integrato con i collegamenti ferroviari verso Rogliano e Catanzaro. Da un punto di vista politico ed amministrativo – aggiunge - ci sarà un arretramento di cui qualcuno dovrà assumersi la responsabilità».
Le altre voci dell’opposizione
«Sarebbe stato opportuno – ha poi affermato la consigliera Francesca Cassano - avviare il cantiere dalla metro prima di quello del Parco del Benessere. Con il senno di poi, quello del sindaco sembra un comportamento studiato a tavolino, legato forse all’intenzione di Mario Occhiuto di utilizzare la rivendicare la realizzazione di quest'opera in ambito elettorale, ricordando le sue ambizioni per la poltrona di presidente della Regione, cui è stato a lungo candidato in pectore». Mentre il capogruppo del Pd Damiano Covelli definisce «imbarazzante il silenzio della Santelli» sulla questione.
Le altre opere a rischio
La conferenza stampa virtuale è stata coordinata da Bianca Rende. Se dovesse venire meno la costruzione della metrotramvia, anche le risorse stanziate per le altre opere collaterali inserite nell’accordo di programma, sarebbero disimpegnate. Non solo il Parco del Benessere, per il quale, secondo quanto si è appreso, il Comune avrebbe usufruito già di una anticipazione pari a circa cinque milioni di euro, ma anche il Museo di Alarico, per il quale si è già proceduto all’abbattimento dell’ex Hotel Jolly, e l’ovovia pensata per collegare il rione Massa al Castello Svevo.
La stampella in aula
«Siamo sempre stati pronti a decretare la conclusione anticipata della consiliatura- ricorda infine Guccione - La presenza in aula di alcuni membri della minoranza, utile a garantire il numero legale ha evitato in più occasioni il ritorno alle urne. Anche nella famigerata seduta del 6 agosto 2019 durante la quale l'assestamento è stato approvato nonostante il parere contrario dei revisori. Noi avevamo messo tutti in guardia sulle irregolarità riscontrate nei conti del Comune e denunciate nelle sedi opportune. Anche per questo avevamo disertato l'aula».