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Nessun documento votato, poche schermaglie in aula, assente il sindaco Occhiuto, rappresentato dal neo assessore Michelangelo Spataro. Deludente l’esito dell’attesa Commissione consiliare trasporti, svoltasi al terzo piano del comune di Cosenza, con la questione metrotranvia all’ordine del giorno. Chiesta da Carlo Guccione e presieduta da Gisberto Spadafora, la riunione non ha aggiunto né tolto nulla al dibattito aperto sull’opera, già appaltata dalla Regione.
Luigi Zinno, Responsabile Unico del Procedimento, ha illustrato le modifiche apportate al progetto originario, seguendo le indicazioni del principale inquilino di Palazzo dei Bruzi. Non ci saranno cavi sospesi, il vettore attraverserà Viale Mancini trasformato in un grande parco urbano chiuso al traffico veicolare, saranno rese disponibili le risorse per realizzare le altre infrastrutture previste dall’accordo di programma: ovovia tra il quartiere dello Spirito Santo ed il Castello, il Museo di Alarico, la riqualificazione dei capannoni delle Ferrovie della Calabria, tanto per citare quelle più importanti.
I consiglieri hanno espresso l’unanime auspicio della pronta ripresa del dialogo istituzionale tra Occhiuto ed il presidente della Regione Mario Oliverio, affinché si possa giungere in tempi brevi alla fase esecutiva. Il sindaco però, esige precise garanzie su tempi e modalità di realizzazione del maxi intervento e lo ha ribadito attraverso l’assessore Spataro.
Secondo Guccione, la Commissione ha consentito di compiere qualche passo in avanti: “C’è stata una discussione di merito – ha dichiarato – in cui sono state abbandonate le differenze politiche, per riaprire il dialogo istituzionale. Attraverso il confronto stiamo realizzando un percorso virtuoso che porterà a realizzare grandi opere ed infrastrutture di collegamento in grado anche di dare un senso concreto a quella idea di area urbana che, insieme alla stessa metrotramvia, costituivano l’asse portante del mio programma elettorale”. Da segnalare l’abbandono polemico dall’aula commissioni di Giovanni Cipparrone, critico con la scelta di escludere l’ultimo tratto di Via Popilia dal progetto.
Salvatore Bruno