Asp nel caos tra inchieste e sospetti: la commissione Sanità vuole che Palazzo dei Bruzi si costituisca parte civile nei processi e pretende risposte da Longo e dall'azienda sanitaria
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Il documento è passato all'unanimità, in municipio a Cosenza hanno deciso che non si può più rimanere in silenzio mentre la sanità locale affonda tra sospetti e indagini della magistratura. La commissione Sanità pretende di sapere cosa stia accadendo con le vaccinazioni in città, mentre si rincorrono sempre più insistenti le voci su possibili favoritismi nelle somministrazioni. E promette che se ci saranno processi a riguardo, così come per quello legato al Sistema Cosenza nel mirino della Procura locale, Palazzo dei Bruzi si costituirà parte civile.
Caos e sospetti
La presidente De Marco e gli altri componenti sono tutti d'accordo nel denunciare «una serie di inadempienze e criticità nelle procedure seguite dall’Asp per garantire la somministrazione dei vaccini alla popolazione, attesa la situazione di disorganizzazione, di caos generalizzato e di violazione, in diversi casi, del diritto dei cittadini a ricevere un trattamento uguale per tutti». Tra il ritiro improvviso del lotto Astrazeneca già somministrato a 173 persone e «l'ormai cronica incertezza circa la disponibilità di dosi sufficienti per tutti» che tanto cozza con le «assicurazioni delle autorità centrali» a riguardo in città sono i sospetti e l'incertezza a regnare.
Nel frattempo «il piano covid è stato rimandato indietro dal Ministero della salute, il commissario straordinario alla sanità della Regione non è stato ancora in grado, accumulando ritardi a ritardi, di elaborarne uno nuovo» e le «carenze di personale medico ed infermieristico» pesano sempre di più. E così «si sarebbero già verificati episodi» in cui a ricevere il vaccino sarebbe stato non chi ne aveva diritto ma «chi è più furbo e più scaltro e può contare sugli amici degli amici».
Risposte dall'Asp
La Commissione si schiera, insomma, dalla parte dei cittadini. Non «i furbetti del vaccino», ma quelli che non sono «abituati a saltare le file con la compiacenza di qualcuno» e che da giorni provano a prenotarsi ai numeri telefonici indicati dall’Asp senza successo perché «quasi sempre non risponde nessuno o le linee risultano per lungo tempo intasate, né va meglio sulle piattaforme allestite per fronteggiare l’emergenza». Non è più tempo di sconti e i consiglieri comunali ora pretendono chiarezza dal direttore sanitario dell’Asp e «nel più breve tempo possibile». Vogliono «sapere quali siano i criteri che si stanno adottando per le vaccinazioni e conoscere i criteri del tracciamento del lotto che è stato ritirato in via precauzionale e quali misure di osservazione e di intervento sono state assunte nei confronti dei 173 vaccinati all’ospedale militare da campo».
Il Comune parte civile
Ma in ballo c'è anche «una questione etica sulla quale la commissione Sanità è e sarà assolutamente intransigente». Riguarda le recenti indagini della Procura sull'Asp di Cosenza e il garantismo di rito non deve impedire a Palazzo dei Bruzi di prendere una posizione che escluda qualsiasi sua complicità: se ci saranno processi il Comune «dovrà costituirsi parte civile chiedendo, altresì, per equivalente, il sequestro delle somme agli indagati che dovessero risultare colpevoli di reato». Idem «qualora vengano accertati abusi rispetto alla titolarità del diritto di sottoporsi alla vaccinazione» e ne scaturiscano processi penali. «Bisogna schierarsi concretamente dalla parte dei cittadini e dei medici onesti – scrivono i consiglieri – e fare una distinzione tra i medici di base che hanno dato la disponibilità a vaccinare e ad inviare l'elenco dei pazienti e quelli che si sono rifiutati, tra coloro che hanno rispettato il turno per i propri pazienti e quelli che si sono fatti autorizzare anticipatamente, tra chi lavora nell'interesse della cittadinanza e chi invece lo fa per tornaconto personale».
Un dibattito aperto a tutti
La politica, quindi, vuole fare la sua parte per risolvere la situazione e riportare, a beneficio di tutti, la trasparenza in un momento in cui è l'opacità a prevalere. Tant'è che la commissione conclude ipotizzando la possibilità di «avanzare la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale e provinciale congiunto e aperto, nel rispetto delle norme anti covid, alla cittadinanza ed alla partecipazione della deputazione dei parlamentari calabresi». E chiedendo un incontro «prima possibile» con Guido Longo, il commissario straordinario per la Sanità di quella Calabria che resta in fondo a tutte le classifiche sul diritto alla salute dei propri abitanti.