L’artifizio sarebbe consistito nel cancellare con un colpo di spugna un paio di milioni di euro impegnati sul bilancio del 2019 destinati alla depurazione delle acque reflue nell’ambito delle variazioni allo strumento contabile approvate dall’assise di Palazzo dei Bruzi il 6 agosto scorso.

Ingegneria finanziaria

Forse l’obiettivo era quello di modificare il rendiconto per offrire l’immagine fittizia di una migliore situazione finanziaria, rispetto a quella reale, ai giudici delle sezioni riunite della Corte dei Conti chiamati a decidere in appello sul dissesto del Comune di Cosenza. Una volta superato lo scoglio giudiziario, con una ulteriore variazione le voci di spesa sarebbero ritornate al loro posto.

Capitolo insufficiente

Ma ad ottobre è stato dichiarato il default e con l’insediamento dell’organismo straordinario di liquidazione, il capitolo destinato alla copertura dei servizi resi dalla Geko, società di gestione dell’impianto consortile di Contrada Coda di Volpe a Rende di proprietà del Consorzio Valle Crati, sarebbe rimasto incapiente.

La denuncia della Geko

Per il momento si tratta solo di una ipotesi, ma i nodi sono destinati a venire al pettine. Perché la Geko ha pubblicamente denunciato l’ammanco: un buco di circa due milioni e settecentomila euro di fatture non pagate, relative ad una quota residuale del 2018 ed all’annualità 2019.

Debito fuori bilancio

Mancando in parte il relativo impegno di spesa, bisognerà procedere all’approvazione di una delibera consiliare per il riconoscimento del debito fuori bilancio. Per il 2020, il Comune ha assunto al momento un impegno di spesa parziale di 300mila euro con una determina del 9 marzo. Poi si dovrà provvedere ad inserire l’intero costo del servizio di depurazione, circa due milioni e mezzo, nel bilancio riequilibrato che giungerà all’esame dell’assise nelle prossime settimane.

La Finanza negli uffici comunali

Potrebbe essere riconducibile a queste presunte irregolarità la visita di alcuni militari della Guardia di Finanza avvistati nelle stanze di Palazzo dei Bruzi nella mattinata di ieri, 21 maggio. La Geko infatti, con una missiva, ha informato le fiamme gialle, oltre al prefetto, alla Procura di Cosenza, alla Corte dei Conti e ad altri organismi istituzionali e di controllo.