Finora i commissari liquidatori hanno accertato 162 milioni di euro di debiti. A chi avanza soldi dall'Ente si propone una sorta di concordato: rinunciare al 40-60 per cento del dovuto per avere il resto entro un mese. Ma per pagare serve un nuovo mutuo
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«Per i cittadini non cambierà nulla», fu il commento di Mario Occhiuto alla sentenza che sancì il dissesto del Comune di Cosenza, da lui stesso guidato. Dimenticava, il sindaco, che tra i cittadini c'erano anche creditori di Palazzo dei Bruzi. E che questi ultimi adesso rischiano di dover dire addio, nella migliore delle ipotesi, a non meno del 40% delle somme che spetterebbero loro.
Oltre 160 milioni di debiti censiti finora
La commissione straordinaria di liquidazione insediatasi a metà febbraio per rimettere in ordine i conti dell'ente ha, infatti, scritto alla Giunta. Chiede a sindaco e assessori di adottare entro trenta giorni la modalità semplificata di liquidazione, prevista dall'articolo 258 del Tuel. Impossibile procedere con quella ordinaria, «stante il rilevante disequilibrio finanziario e l'esistenza di una rilevante entità di documentazione amministrativa». I debiti censiti dai commissari fino a questo momento, infatti, sfiorano i 162 milioni di euro, ma non si è ancora conclusa «la rilevazione d'ufficio di quelli fuori bilancio riconosciuti e riconoscibili».
Meno soldi, ma entro un mese
Come funziona la modalità semplificata di liquidazione? Si può assimilare a un concordato preventivo. I liquidatori propongono ai creditori - anche a quelli privilegiati, tranne per chi attende il saldo di prestazioni di lavoro subordinato – una transazione: accettare il pagamento di una cifra che va da un minimo del 40% a un massimo del 60% del loro credito (in relazione all'anzianità dello stesso), rinunciando a ogni altra pretesa; in cambio avranno i loro soldi entro 30 giorni dall'accordo. In questo modo il creditore recuperebbe qualcosa e in fretta, mentre il Comune non si ritroverebbe sul groppone interessi e rivalutazioni.
Un altro mutuo per tappare il buco
Ma per trovare il modo di saldare, seppur parzialmente, i debiti a transazione chiusa i liquidatori avranno bisogno di risorse finanziarie. Qui torna in gioco la Giunta, che dovrà accettare la proposta della commissione o, in caso di diniego, motivarlo adeguatamente. Se, come scontato, arriverà il sì, a Palazzo dei bruzi toccherà, tra le altre cose, mettere in vendita – sperando di incassare qualcosa, risultato non scontato visti i precedenti in materia - il suo patrimonio immobiliare «non strettamente necessario all'esercizio delle funzioni istituzionali». E i commissari richiederanno un mutuo, con oneri a carico dell'ente, alla Cassa Depositi e Prestiti o un altro istituto di credito per il valore stimato di realizzo dei beni. Nuovi debiti per estinguere quelli vecchi: da questo punto di vista non è davvero cambiato nulla.