L’ex governatore insinua il sospetto che le due cose siano collegate e a dimostrarlo ci sarebbe la scelta dell’ex sindaco Mario Occhiuto di bloccare la costruzione a Vaglio Lise proponendo un nuovo sito in una zona a rischio idrogeologico (ASCOLTA L'AUDIO)
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Mario Oliverio è stato, dal 9 dicembre 2014 al 15 febbraio 2020, presidente della Regione Calabria. Durante la sua gestione si sono realizzate due delle più importanti fusioni avvenute da queste parti: quella di Corigliano-Rossano e quella di Casali del Manco.
Oliverio immagino sia favorevole alle fusioni, ne ha fatte due da presidente…
«Sono favorevole certamente, ma non a tutti i costi».
In che senso?
«Le fusioni avvenute sotto la mia gestione hanno avuto una bussola ben chiara: la partecipazione delle comunità alle scelte, il loro coinvolgimento attivo ad un processo che per quelle comunità, e non solo, è storico, fondativo. Il nostro è stato un percorso partecipato. Ci furono le delibere dei consigli comunali (ricordo che nel caso di Corigliano Rossano i due consigli si riunirono in seduta comune e la delibera passò all’unanimità) e poi questa decisione fu sottoposta a referendum in cui il sì ha avuto larghi margini. Naturalmente la campagna referendaria è stata l’occasione per discutere, per confrontarsi, per spiegare il percorso ai cittadini».
Ne deduco che le nuove regole che vuole imporre il centrodestra non le piacciano...
«Guardi non lo dico per contrapposizione politica ma scorciatoie verticistiche indeboliscono il processo e la solidità di una cosa del genere»
Però non è contrario alla fusione fra Cosenza, Rende e Castrolibero…
«Dipende da come la si fa. Non ho registrato opposizioni alla fusione, le forze progressiste da tempo ipotizzano la grande Cosenza, ma nel dibattito che si è riaperto quello che manca è la partecipazione che non è cosa altra. Queste scorciatoie creano contrapposizioni che non servono perché si dovrebbe andare nella direzione opposta: l’inclusione. Altrimenti tutto assume il sapore della strumentalizzazione»
Strumentalizzazione di cosa?
«Dal punto di vista politico. C’è la sensazione che qualcuno sia interessato solo a un pennacchio. Perché modificare in senso restrittivo le regole? Perché eliminare i Comuni da un processo consapevole e partecipato?»
La legge prevede anche una data per la fusione…
«Imporre una data è una forzatura evidente, qua si vuole ledere il principio della sovranità popolare di cui i consigli comunali sono espressione. Nemmeno Orlandino Greco ha detto no alla fusione, ma ha espresso, facendo bene secondo me, due questioni: la legittimità costituzionale di questa legge e la richiesta di rispetto delle comunità. Dobbiamo poi considerare che la modifica adesso verrà applicata a Cosenza, Rende e Castrolibero, ma sarà anche regola generale per tutte le altre fusioni. Quindi si vogliono piegare ad una contingenza le regole del gioco. Anche l’Anci ha posto delle perplessità ma penso che dovrebbe svolgere un ruolo più attivo, non si può limitare ai comunicati»
Ce l’ha con i sindaci?
«No. Però considero inadeguata la reazione rispetto a questa forzatura del centrodestra, soprattutto sul piano politico. Dovrebbe riaccendersi una discussione forte, la voce dei comuni è flebile, la politica non li aiuta»
Senta lei ha parlato di una legge pensata per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Quanto pesa in questa vicenda la costruzione del nuovo ospedale? C’è un nesso?
«Il sospetto è legittimo, non vorrei che ci fosse un legame fra le due questioni. Quello che stride, ed è un fatto, è la grande fretta del centrodestra sulla fusione e la pigrizia sul nuovo ospedale»
Ci spieghi meglio...
«Per farlo debbo fare un passo indietro. Sul nuovo ospedale di Cosenza nel Patto per la Calabria erano stati stanziati 240 milioni di euro, poi approvati dal Cipe. Fondi quindi che sono nella disponibilità della Regione. A questi si aggiungevano 100 milioni dei privati nell’ambito del project financing. Pensiamo a Vaglio Lise come sito ideale perché lì c’è la stazione ferroviaria, la Ss 107 che si collega anche all’autostrada. Il fratello dell’attuale Governatore, Mario Occhiuto, da sindaco di Cosenza dice no e propone un altro sito: Colle Muoio. Rimango basito perché è una zona R4, con una viabilità molto complicata. Servivano investimenti massicci solo per il consolidamento idrogeologico. Nonostante le mie perplessità arriviamo alla decisione di preparare uno studio di fattibilità che facciamo gestire dall’azienda ospedaliera di Cosenza che fa una gara per aggiudicare lo studio che è costato ai contribuenti quasi 600mila euro. Lo studio si limitava al perimetro urbano di Cosenza e tutti gli indicatori dicono che il sito ideale è Vaglio Lise. Fu convocato un consiglio comunale a cui partecipai per discutere di questo studio. Quella sera il consiglio non fece alcuna delibera. Dopo due/tre mesi incredibilmente il consiglio tornò a riunirsi per bocciare l’ipotesi Vaglio Lise. Solo con la nuova amministrazione il comune di Cosenza ha fatto una nuova delibera che sconfessa la precedente».
Ma siamo sempre alle delibere e alle carte…
«Si però in quello studio di fattibilità c’erano tutti gli elaborati tecnici, c’era il piano di sostenibilità del project financing. Insomma poteva essere la base per fare la gara. Infatti io mi aspettavo che la Regione facesse questa gara. Incredibilmente leggo dalla stampa che la Regione invece vuole ripartire da zero»
Come fa a dirlo?
«Ho avuto modo di vedere la lettera che la Regione ha inviato all’Inail che dovrebbe essere l’ente erogatore. Nella lettera si concorda un cronoprogramma che riparte dal piano di fattibilità, che prevede la consegna del progetto preliminare il 31/12/2025, la conclusione del progetto esecutivo il 30 settembre 2027. Quindi fra quattro anni si definirebbe la progettazione e poi, forse, si partirà con le gare. Allora le domande sono molteplici: che fine hanno fatto i 240 milioni del Patto della Calabria? Come è possibile ripartire da zero come se non si fosse fatto nulla? Non si vuole realizzare l’ospedale a Cosenza, lo si vuole fare altrove? Aggiungo che secondo il cronoprogramma del Patto per la Calabria l’ospedale doveva essere quasi pronto nel 2024»
Lei che risposta si dà a queste domande?
«Davvero non capisco. Ricordo le resistenze di Mario Occhiuto a spostare il nosocomio nello stesso perimetro urbano, oggi qualcuno lo vuole portare chissà dove. Va bene cambiare idea meno perdere tempo o peggio accelerare sulla fusione per poi con calma decidere dove ubicare l’ospedale. È un gioco che si fa sulla pelle della comunità»
Come se ne esce?
«Mi pare che questi temi non siano all’attenzione di un confronto di merito, mi pare che si parli del nulla. Questa osservazione la rivolgo a 360 gradi anche alla mia parte politica che dovrebbe spingere nel rispetto di quanto avevamo costruito. Lo studio di fattibilità è nella disponibilità sia dell’azienda ospedaliera sia del Comune. Il sindaco Franz Caruso ha addirittura proiettato i rendering di quello studio. Penso sia il momento di incalzare la Regione sulle sue responsabilità».