Le casse comunali piangono miseria. È il 4 dicembre e il Comune non ha ancora pagato gli stipendi. Il modello decantato e propagandato da Occhiuto e dalla Santelli come quello che avrebbe dovuto salvare la Regione, è finito in un vicolo cieco e al buio
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In queste ore da Cosenza ci giungono notizie sconfortanti. La città comincia a dare segnali di cedimento. La pesante situazione debitoria che ha prodotto il dissesto sta cominciando a dare i suoi primi e inquietanti segnali. E ciò, a dispetto dalle dichiarazioni avventate del Sindaco Mario Occhiuto e della sua vice, Iole Santelli, i quali hanno tentato di accreditare la tesi che il dissesto addirittura avrebbe potuto essere un’opportunità per la città di Telesio. Sciocchezze. Macchinazioni mediatiche che si tanno sbriciolando come castelli di sabbia. Da qualche giorno la città si è svegliata sotto cumuli di spazzatura, conseguenza dei primi cortocircuiti finanziari e di liquidità. Le casse comunali piangono miseria.
È il 4 dicembre e il Comune non ha ancora pagato gli stipendi. La giunta guidata da Occhiuto e Santelli ha richiesto un’anticipazione di 2 milioni e 400 mila euro per poter far fronte al pagamento spettanze di novembre e dicembre e della tredicesima. E tuttavia, un altro milione di euro servirebbe per pagare le cooperative e i relativi stipendi. Difficile che questo milione sia reperito e i lavoratori delle cooperative dovranno rassegnarsi ad un natale al verde. Ubi Banca dovrebbe riunire il cda in serata per decidere se accogliere o meno la richiesta. E tuttavia, dal 1° gennaio del 2020 saranno dolori. Il modello decantato e propagandato da Occhiuto e dalla Santelli come il modello che avrebbe dovuto salvare la Regione, è finito in un vicolo cieco e al buio. Buio come il Natale prossimo. I cosentini abituati ai cerchi illuminati fino a Pasqua e per i quali si è speso ogni anno mezzo milione di euro, quest’anno rimarranno al buio. I cerchi rimarranno spenti, e con essi le luminarie del Natale. Insomma si respira un’atmosfera decadente, quasi da basso impero. La narrazione della città tutta nastrini e paillette, è finita nella polvere.
La città di Cosenza, infatti, per anni è stata trasformata in uno spot pro Occhiuto e Santelli. Ma la favola è finita, ed è costata 250 milioni di euro di debiti. I nodi sono arrivati al pettine prima che i protagonisti prendessero il volo per trasferirsi al decimo piano della cittadella regionale. Basterebbe la condizione nella quale è precipitata la città di Cosenza, prima ancora delle pesanti questioni giudiziarie di Occhiuto, per consigliare alla Santelli e al primo cittadino bruzio che forse sarebbe il caso di cambiare aria e dichiarare fallito il progetto di conquistare la Calabria. Una politica seria ed onesta intellettualmente da parte della Santelli e degli stessi fratelli Occhiuto, avrebbe già consentito al centrodestra di individuare il candidato giusto per la imminente campagna elettorale. E invece no, Santelli e Occhiuto insistono, nonostante i veti della Lega, le continue prese di posizione di Invernizzi e dello stesso Salvini. “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Mancano poche ore alla decisione finale dei big. Eppure la Santelli e gli Occhiuto non si rassegnano. E, cosa ancor più grave, non riescono ad andare oltre il sistema e il circuito che ruota intorno alla città di Cosenza. La città è in bancarotta in tutti i sensi. E questa bancarotta è targata Occhiuto e Santelli, sindaco e vicesindaco della città.
Forse, per responsabilità verso la città, invece di continuare a pressare Berlusconi o polemizzare con la Lega, nel disperato tentativo di farsi approvare una candidatura alla Presidenza della regione a tutti i costi, farebbero meglio a presidiare gli uffici comunali e cercare di garantire lo stipendio di tutti, almeno per Natale, sarebbe il minimo risarcimento per la disastrosa gestione delle finanze di questa città. Dubitiamo che la Santelli e Occhiuto siano pronti a questo bagno di umiltà, ovvero, prendere atto che con un Comune dissestato e con un Sindaco pieno di guai giudiziari sia praticamente impossibile arrivare all’obiettivo che si erano prefissati. Da questa testata, tra l’altro lo abbiamo scritto per mesi in tutte le lingue. La Santelli e Occhiuto, invece, hanno ritenuto di inforcare la strada dell’arroganza, dichiarando guerra a tutti, a questa testata, alla lega, ai fratelli Gentile, al sindaco Abramo e a chiunque altro abbia sollevato obiezioni sulla disastrosa linea politica tenuta dalla coordinatrice regionale di Forza Italia e Vice Sindaco di Cosenza. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Insomma più che di fronte a seri dirigenti politici ci siamo trovati di fronte ad un’arroganza simile a quella esercitata dal cardinale Bellarmino, teorico dell’inquisizione, colui che fece ardere Giordano Bruno e ridusse al silenzio Galileo Galilei. Con una differenza però, il cardinale comunque fu proclamato Santo, perché aveva dalla sua parte un Pontefice, in questo caso, di Pontefici che intendono santificare la Santelli e Occhiuto in giro non se ne vedono.
Pa.Mo.