VIDEO | Il racconto dei primi cittadini di Palmi, Cittanova e San Ferdinando. Nessuno di loro è stato contagiato, ma tutti e tre sono entrati in contatto con persone positive ed ora amministrano i loro comuni da casa
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Il sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio, può parlare solo sulla soglia del suo appartamento. È al quarto giorno di quarantena, e prima di lui hanno avuto lo stesso impedimento il collega di Cittanova, Francesco Cosentino, e quello di San Ferdinando Andrea Tripodi. A quest’ultimo spetta il record del confinamento, 18 giorni di seguito, ma nessuno di loro per fortuna è risultato contagiato e si è trattato solo di amministrare lontani dal municipio e con un surplus inedito di pazienza.
Sì, perché, la seconda ondata del virus batte un tempo nuovo anche per i Comuni e, accanto agli ospedali e alle scuole, pure “la casa dei cittadini” si rileva un luogo a rischio crescente, con i sindaci che si pongono in quarantena dopo essere stati tracciati in contatto con persone positive al Covid 19. «Fare il sindaco da casa – ammette Ranuccio – vuol dire stare attaccato al telefono e, nel caso della mia città dove i contagi purtroppo galoppano, fare non meno di 10 ordinanze di quarantena al giorno».
Siccome nella vicina Rosarno l’accertato contagio di tre assessori ha fatto chiudere per 5 giorni il municipio, mentre a Taurianova il virus ha infettato un consigliere di maggioranza, fresco di elezione, scoprire le rinunce del “partito dei quarantenati” aiuta nella prevenzione.
«Hai una adrenalina in corpo che rimane frustrata per colpa dell’isolamento», argomenta Tripodi, mentre Cosentino rimarca il fatto che oltre a dover continuare a fare i sindaci «bisogna anche ricevere le telefonate piene di ansia di altri cittadini che come te sono in quarantena e magari si lamentano per i ritardi che l’Asp accumula nel dare risposte».
Un tempo sospeso ma variegato, quello trascorso in casa – c’è chi dice di aver «letto, scritto e dipinto tra un’incombenza e l’altra», oppure di aver «interrotto la dieta per la tensione» - per una classe politica locale che mai come in questo caso si è dovuta immedesimare in presa diretta, quasi alla pari, con chi soffre e chi protesta. «Come sindaci della Piana – annuncia Cosentino – abbiamo scritto al prefetto perché il sistema è andato in panne rispetto ai mesi scorsi». «Non c’è più raccordo – incalza Ranuccio – anche le informazioni che ci danno sono lacunose e imprecise».