«Sui numeri va fatta chiarezza, su questi aspetti non possiamo fare confusione, i cittadini hanno bisogno di messaggi certi ed univoci. Ancora una volta nella giornata di ieri sono stati forniti dati discordanti da parte delle istituzioni regionali rispetto ai dati diffusi dalle autorità sanitarie locali. Non è tollerabile, ora più che mai servono dati chiari e trasparenti che consentano a ognuno di farsi un'idea sullo stato reale della situazione».

 

È quanto dichiara il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. «Purtroppo siamo costretti a tornare su una questione che ci saremmo volentieri risparmiati - ha aggiunto il sindaco - ma sui numeri, almeno su quelli, non possiamo che pretendere certezze assolute. Già nelle ultime settimane si erano verificati episodi di discordanza tra i dati forniti dalle autorità sanitarie locali e quelle regionali, una circostanza peraltro ripetuta che rischia di generare inesattezze anche nel conteggio complessivo dei dati nazionali. La Regione oggi conferma il conteggio errato di ieri, spero quindi che si possa finalmente fare chiarezza sulla situazione reale dei contagi».

 

«Io credo che i cittadini abbiano il diritto di conoscere lo stato reale della situazione - ha sottolineato il sindaco - Anzi, direi che è necessario anche approfondire e dettagliare maggiormente i dati, diffondendo ad esempio i numeri dei tamponi che vengono effettuati quotidianamente, con quanti esiti negativi e positivi, in quali territori vengono eseguiti esattamente, quali fasce di popolazione vengono sottoposte all’esame, in quanti giorni si ottiene in media il risultato».

 

«Non è di certo una questione di statistica, ma – ha spiegato ancora il sindaco Falcomatà – un'esigenza di chiarire quale sia realmente il trend territoriale relativo alla diffusione del virus e con quale metodo si siano conteggiati i nuovi casi. Ancora di più adesso per la fase delicata che stiamo attraversando, a poche settimane dalla data indicata dal Governo per l'avvio graduale della riapertura delle attività produttive. Anche in questo senso è necessario che i dati raccolti siano certi e puntuali, anche al fine di consentire un'analisi corretta sulle diverse ipotesi di riapertura sul nostro territorio».