Il consigliere regionale sottolinea i ritardi emersi durante l'emergenza. «La Cittadella ponga subito rimedio»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Ci sono due gravi ritardi emersi nell'emergenza Covid-19 rispetto ai quali la Regione deve assolutamente porre subito rimedio: uno è quello della mancata erogazione delle spettanze dovute agli operatori del 118 impegnati a fronteggiare la pandemia; l'altro riguarda la pianificazione delle azioni preventive per la prossima stagione autunnale».
Lo afferma il consigliere Graziano Di Natale, segretario-questore dell'Assemblea regionale.
«La presidente Jole Santelli – prosegue – deve intervenire, relativamente alle sue competenze, perché siano presto erogate le spettanze relative alle ore di straordinario richieste al personale 118 dal commissario dell'Asp di Cosenza Zuccatelli, e affinché vengano messe a punto tutte le azioni preventive che la Regione intende operare per fronteggiare efficacemente una probabile seconda ondata del virus recentemente segnalata dall'Oms per il prossimo periodo autunnale».
«Voglio ricordare, in proposito – aggiunge l'esponente politico che sulle due questioni ha depositato un'interrogazione negli uffici preposti del Consiglio regionale – che il direttore della Centrale Operativa 118 di Cosenza, Riccardo Borrelli, in conformità a quanto disposto dal Decreto legge 9 marzo 2020, n. 14 'Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all'emergenza Covid-19 e, in particolare, alla parte riguardante il potenziamento delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale, con formale nota, datata 20 marzo, chiedeva al commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli l'autorizzazione di ore aggiuntive per il personale 118 impegnato a fronteggiare l'emergenza Covid-19. L'iter del vedeva ancora Giuseppe Zuccatelli, commissario dell'Asp di Cosenza, che governa il dipartimento di prevenzione, in ottemperanza a quanto disposto dal Governo centrale autorizzava quanto richiesto stabilendo una tariffa oraria di 40 euro/ora e inoltre inoltre, il 118 di Cosenza già nelle prime fasi di diffusione della pandemia di Covid-19 si è messo a disposizione del dipartimento di prevenzione, garantendo assistenza alla popolazione nelle diverse territorialità della Provincia di Cosenza, a partire dal triage telefonico e per ogni altra esigenza, come custodire tamponi vergine da analizzare; trasportare i tamponi per consegnarli ai diversi laboratori virologici indicati dal Dipartimento di Prevenzione; mettere a disposizione le automediche necessarie al trasporto del personale sanitario impiegato nella raccolta dei tamponi; mettere a disposizione un locale/sede operativa h 24».
«Occorre – aggiunge – valutare che il contesto particolare entro cui questi operatori diedero disponibilità, i fattori di rischio a cui furono esposti durante l'erogazione delle prestazioni per via del rapporto fortemente interattivo e diretto con i pazienti affetti da covid-19 e la vulnerabilità e frustrazione psicologica che subirono, richiederebbero un giusto riconoscimento. Ed è non certo secondario considerare che in questo ultimo periodo si hanno molte segnalazioni da parte di operatori 118, i quali denunciano che ad oggi non è stato ancora adottato alcun atto per le spettanze dovute nonostante ci siano fondi finalizzati all'emergenza sanitaria covid-19 e che si assiste a manifestazioni di forte malcontento da parte degli operatori del 118 i quali per protesta hanno sospeso le loro attività».
Per quanto riguarda l'altro aspetto Di Natale rimarca che «studi scientifici dimostrano che fare tamponi in grande numero permetterebbe di contenere ed eliminare prontamente la trasmissione del virus in caso di sviluppo di focolai epidemici. Gli stessi scienziati sostengono che per evitare la ripartenza dell'epidemia, non basta il distanziamento e l'uso delle mascherine: l'unico strumento che possa consentire di riacquistare la sicurezza sociosanitaria è quella di una vasta campagna di tamponamento, dato che, del resto, la stessa Oms ora propone tamponi di massa, ragion per cui, alla luce delle recenti segnalazioni dell'Oms circa una probabile seconda ondata del virus durante il periodo autunnale, la Regione deve predisporre già fin d'ora, un piano di specifiche azioni preventive».