La proposta

Corigliano Rossano, Stasi ripesca una battaglia storica: «Si istituisca la Provincia della Sibaritide»

Il sindaco cavalca il mantra ripetuto spesso in campagna elettorale e la mancata riforma degli enti intermedi: «La città deve essere autonoma nelle scelte». Il consiglio comunale vara anche la commissione speciale sul tribunale

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di Luca Latella
7 agosto 2024
19:38

Erano gli inizi degli anni ’90. Poi se ne riparlò qualche tempo dopo, a cavallo col nuovo secolo. La tentata revisione del Titolo V della Costituzione di renziana memoria – con il referendum costituzionale del 2016 andato a vuoto – ha poi fatto il resto, fino a depotenziare gli enti intermedi che – però – da poco stanno rivivendo un secondo splendore.

La storia

Le province pian piano stanno ritornando ad esercitare tutte le loro funzioni e le deleghe – dopo anni di tagli – e questo sta rialimentando il sogno, in riva allo Ionio: la provincia della Sibaritide.
Un tema, nelle ultime ore, rilanciato da Flavio Stasi, che da sempre ha imbracciato la sua personale – e non solo – battaglia alla conquista di un’autonomia sempre negata al nordest calabrese, nonostante forze e potenzialità economiche e demografiche.
In quegli anni, poi, non se ne fece niente, anche perché gli allora sindaci di Rossano e Corigliano – Giuseppe Caputo e Giuseppe Geraci, peraltro entrambi esponenti di Alleanza nazionale – tiravano ognuno verso la propria sponda del torrente Cino, che delimitava il confine tra gli ormai due ex comuni. Anzi, a dire il vero Caputo era strenue sostenitore della provincia di Corigliano Rossano mentre Geraci puntava a Sibari – al di la delle mere questioni storiche – una contrada del comune di Cassano allo Ionio. Per mille immaginabili motivi – soprattutto di campanile e insofferenze politiche – compreso il no di Castrovillari che nel frattempo provava a portare avanti le sue ragioni, non se ne fece nulla.


Voglia matta di autonomia

Oggi il sindaco della terza città della Calabria rispolvera la “vertenza” alimentata dalla “fame” di autonomia, cavalcando l’onda della istituzione di una nuova provincia. E lo fa rilanciando un’idea dei suoi consiglieri comunali di maggioranza che hanno voluto costituire due commissioni consiliari speciali: una – appunto – sull’autonomia territoriale, l’altra sulla revisione della geografia giudiziaria, per quella che la più grande cicatrice che i governi centrali hanno lasciato sul territorio con lo scippo del tribunale di Rossano.

Le commissioni consiliari sulla “provincia” e sul “tribunale”

«Sono contento ed ho appoggiato la proposta dei consiglieri di maggioranza di istituire fin da subito due commissioni temporanee: una per la revisione della geografia giudiziaria e l'altra per l'autonomia territoriale. Io le traduco così – scrive Stasi sui social – una per l'Istituzione del tribunale della Sibaritide, l'altra per la Provincia della Sibaritide».
«Il consiglio comunale – specifica il primo cittadino ionico – non ha competenza specifica, ovviamente, ma l'istituzione di due commissioni testimonia l'interesse dell'assise civica, quindi istituzionale e politica, su due temi per i quali è necessario il massimo supporto istituzionale. Sul tribunale abbiamo detto tanto: una ferita che si richiuderà solo quando ci restituiranno lo scippo».
Flavio Stasi trova «molto stimolante che in consiglio comunale, quindi in città, si torni a parlare di Provincia, dopo anni di silenzio, forse di paura e, a mio avviso, di vergogna. Quando istituirono Crotone e Vibo Valentia fu per l'inadeguatezza della nostra classe politica che non fu istituita anche la nostra provincia, e se qualcuno si è dimostrato contrario alla istituzione di questa commissione, probabilmente è per questo». La frecciatina è direttamente proporzionale al “no” delle opposizioni consiliari che si sono opposte alle due commissioni speciali.
«I tempi sono cambiati – conclude Stasi secondo il mantra utilizzato dai palchi in campagna elettorale – la riforma Delrio ha mutato gli assetti degli enti locali, ma ci sono anche degli elementi oggettivi da considerare: la nascita della terza città della Calabria; l'esigenza di rivedere una parte di quella riforma; la Regione che impone nuovi assetti alle città; una amministrazione libera ed autonoma. Per questa ragione credo che sia importante che la città torni a parlarne e che lo faccia il consiglio comunale e voglio complimentarmi con i consiglieri che l'hanno proposta e pensata».

I motivi

Stasi non ha mai nascosto la sua idiosincrasia verso la vecchia politica, così come la grande voglia di tranciare il cordone ombelicale da obsoleti enti amministrativi considerati dei «carrozzoni». Nei mesi scorsi in campagna elettorale spesso e volentieri ha inneggiato all’autonomia, anche nelle scelte strategiche per il territorio, avversate dagli enti sovracomunali e da politiche cosenzacentriche, gridando al complotto contro la città di Corigliano Rossano e la Sibaritide, lasciate «volutamente» ai margini delle periferie calabresi per «visioni miopi» e accentratrici della politica regionale.
Resterà il sogno di una notte di mezza estate?

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