VIDEO | L'assessore Alboresi, entrata in giunta dopo il recente rimpasto, parla delle nuove strategie da mettere in campo: «Focalizzare l'attenzione su ciò che unisce i due territori»
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Sulla fusione delle due ex città di Corigliano e di Rossano, il dibattito si è riaperto ed a tratti si presenta con contorni aspri. Si contesta l’azione amministrativa del governo Stasi, altri ritengono che sia stato prematuro dar vita alla città unica, altri ancora si dicono decisamente contrari e nostalgici tanto sul fronte coriglianese quanto su quello rossanese.
Cresce, tuttavia, il numero degli incerti i quali si sarebbero aspettati più attenzione rispetto a tutto ciò che unisce senza soffermarsi su ciò che, invece, divide. A fomentare il clima di dissenso sia la recente campagna elettorale una cui parte di candidati era ed è dichiaratamente anti fusionista, sia la recente crisi amministrativa aperta dal movimento Corigliano Rossano Domani che ha posto la questione di una maggiore attenzione per la ex città di Corigliano. I dissidenti hanno anche ribadito che uno dei nemici della fusione è proprio il sindaco Stasi. Ma spira aria di cambiamento nell’azione amministrativa.
Nuove strategie all’orizzonte
Il neo assessore alle Politiche culturali Alessia Alboresi, nel ringraziare il suo predecessore (Donatella Novellis) per l’ottimo lavoro portato avanti, mette in luce le prossime attività, in continuità, proprio in materia di fusione: «Indietro non si guarda mai, vivo in questa realtà da oltre 18 anni e mi sono sempre chiesta come mai le due realtà non fossero fuse. Il processo di fusione si governa parlando a tutte quelle persone che non si sentono coinvolte. Dobbiamo lavorare con i giovani e con le nuove generazioni, ricordando l’importanza del progetto, far capire che la città unica introduce elementi di pari dignità territoriale nei confronti di altri contesti laddove si possono rivendicare giusti e legittimi diritti spesso negati o calpestati».
Le strategie prossime che l’assessore Alboresi preannunzia si muovono attorno alla necessità di focalizzare l’attenzione su tutto ciò che unisce i due territori sia strutturalmente (alcuni già in essere: rigenerazione urbana), sia culturalmente a partire dal mondo della scuola e dalle personalità illuminate che la grande città esprime». Una battuta è rivolta ai nostalgici: «La nostalgia è canaglia, non fa bene a nessuno».