Le minoranze chiedono la convocazione urgente di un’assise dopo la condanna del funzionario a due anni con pena sospesa. «È una vicenda gravissima per la preminenza del principale collaboratore di Stasi. E la demagogia di giunta e maggioranza è ancora peggio»
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«Al netto delle garanzie costituzionali per il diritto alla difesa e la presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, nonché del rispetto della persona, non si può tacere la rilevanza politica della grave condanna a due anni di reclusione (pena sospesa, ndr) inflitta al segretario Generale Paolo Lo Moro, per il reato di falso ideologico, commesso per fatti inerenti le sue funzioni». È quanto dichiarano in una nota i gruppi di opposizione del consiglio comunale di Corigliano Rossano nel commentare la sentenza di primo grado emessa nei giorni scorsi dal Tribunale di Castrovillari.
«Si tratta – dichiarano – della figura apicale della burocrazia comunale, garante della legalità degli atti, scelta dal sindaco ad inizio del mandato. Per di più Lo Moro ha cumulato in questi anni, per volontà del primo cittadino, incarichi dirigenziali ad interim riguardanti tutti i settori cruciali della macchina amministrativa, dall’avvocatura, al bilancio, dal Personale, alla Polizia Municipale, producendo inevitabili conflitti d’interesse, su cui sono intervenute, a correzione e su nostre denunce, autorità terze come l’Autorità Nazionale Anti Corruzione».
«Dai debiti ai concorsi, il segretario ha coadiuvato Stasi in tutto»
«Diciamolo diversamente Paolo Lo Moro, oltre che segretario comunale, è stato il principale collaboratore del sindaco Flavio Stasi – proseguono i consiglieri comunali di opposizione – che egli ha coadiuvato in tutto e per tutto, dai concorsi alla gestione dei debiti dell’ente, come abbiamo documentato anche nel corposo esposto alla Corte dei Conti ed altro ancora. Ed a confermare il forte legame tra i due è la circostanza che Lo Moro è stato mantenuto da Stasi al suo posto ed in tutti gli incarichi, anche dopo la richiesta di rinvio a giudizio e per tutta la durata del processo, senza che l’ente si costituisse parte civile. Mentre per la sua posizione non organica al comune, perché dipendente del Ministero, si sarebbe potuto procedere con un indolore avvicendamento».
«Grave la demagogia della giunta comunale»
«Ma a superare tutto e tutti, in gravità sia etica che in termini di opportunità politica, è stata la posizione contradditoria, ipocrita ed irresponsabile della giunta Stasi e della maggioranza che lo sostiene, affrettatasi pochissimo tempo dopo la diffusione pubblica della notizia della condanna di Lo Moro – avanzano dalle minoranze – ad esprimere pubblicamente, con una piroetta demagogica degna della dottrina Stasi, una curiosissima fiducia sia nella magistratura che ha condannato Lo Moro, sia nella estraneità del condannato ai fatti contestatigli dalla stessa magistratura».
«Siamo di fronte ad un capolavoro di retorica populista di questa compagine» che non si limita «a prendere atto dell’esito di una vicenda sulla quale non serve attendere alcun approfondimento per imporre immediata equidistanza e sobrietà a tutela delle istituzioni pubbliche, ma che espone ormai tutta la città ad un oggettivo inquinamento dello spirito e della dialettica democratica».
«Si recida ogni legame»
«Motivi quanto meno di opportunità suggeriscono di recidere subito ogni legame. Ed è per questo che si rendono necessarie decisioni drastiche, da parte dell’interessato e del sindaco, a tutela della trasparenza e dell’immagine e dignità delle istituzioni pubbliche di Corigliano Rossano e, in definitiva, della stessa città. È per queste considerazioni che – concludono i consiglieri comunali di minoranza – chiederemo che venga convocato sulla questione un consiglio comunale monotematico ed urgente».