Nel consiglio comunale di Corigliano Rossano, il gruppo Domani si colloca ufficialmente all’opposizione. In queste ore si è riunita la conferenza dei capigruppo che ha fissato la data del prossimo consiglio comunale chiamato a discutere della costituzione delle commissioni consiliari su cui è previsto uno scontro politico relativo ai livelli di rappresentanza, e all’adempimento tecnico della surroga dei consiglieri Maria Salimbeni e Alessia Alboresi chiamati in giunta a svolgere i ruoli di assessore (la prima di vicesindaco e bilancio, la seconda alle politiche sociali e cultura).

Entreranno a far parte del civico consesso i primi dei non eletti delle rispettive liste Giuseppe Pugliese e Giuseppe Divico, entrambi rossanesi.«Ci preoccupa la scarsissima componente coriglianese nei gruppi consiliari di maggioranza, commenta il capogruppo di Corigliano Rossano Domani Mattia Salimbeni, secondo il quale la prossima composizione della maggioranza non risponde a un’equa rappresentanza territoriale in un momento importante in cui va costruita la città di Corigliano Rossano».

Il movimento è uscito pubblicamente con una nota nelle ultime ore sottolineando come il sindaco Stasi abbia ignorato la proposta di un nuovo patto di legislatura lanciata da Corigliano Rossano Domani procedendo autonomamente alla formazione della nuova giunta». Da qui la decisione di porsi all’opposizione.«C’era un semplice gioco di poltrone, che a noi, come già annunciato e a più riprese, non è mai interessato: preferiamo rimanere senza assessori ma con la dignità di un movimento che non si è piegato e che non ha anteposto i propri interessi agli interessi della Città nel suo insieme. Il problema centrale ed endemico è l’impermeabilità del Sindaco al confronto».

Il movimento chiede «scusa alla Città, per aver determinato l'elezione di un sindaco che ha dimostrato inaccettabile disinteresse per la Città Unica e per le istanze della nostra comunità. Non nascondiamo la profonda delusione, in questo percorso politico ci abbiamo creduto davvero e non siamo stati gli unici. Ma bisogna ripartire. Tutto quello che in questi due anni non ci è stato permesso di fare, diventerà materia di dibattito consiliare: senza sterili polemiche né ostruzionismo».