VIDEO | La conferenza stampa di fine anno dei dem agita ancora di più le acque. Il segretario Madeo: «Porteremo al tavolo nostro candidato sindaco», ma l'intenzione delle altre forze è puntare sull’uscente
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I cinque mesi che separano la città di Corigliano Rossano dalle seconde elezioni amministrative della sua storia non saranno rose e fiori. Né a sinistra né a destra. Questo il tempo che manca all’apertura delle urne e nel frattempo non è ancora spuntato ufficialmente alcun alter ego di Flavio Stasi, il che mette in posizione di assoluto vantaggio il primo cittadino uscente, già favorito da cinque anni di una più che fievole opposizione consiliare.
Il sindaco, ambientalista e di sinistra, potrebbe ritrovarsi come avversari anche quelli con cui ha flirtato per mesi, quel Partito democratico che vorrebbe esporre in “bella vista” nel suo cartello elettorale insieme al Movimento Cinque Stelle, anche in chiave futuribile, ovvero una sua probabile candidatura al Consiglio regionale (addirittura come presidente, mormora qualche beninformato).
Se, quindi, i preamboli sono quelli emersi dalla conferenza stampa “di fine anno” indetta ieri sera dal segretario cittadino del Pd, Franco Madeo, il cosiddetto “campo largo” di democratica ispirazione resterà solo un’idea, se è vero com’è vero che le altre forze di centrosinistra hanno già puntato sul Stasi mentre il Pd – per come dichiarato – è più propenso a proporre un suo nome a guida della coalizione. Punti di vista, dunque, che collidono già prima di stringere alleanze, nonostante i dialoghi – anche serrati – in corso.
Insomma, l’incontro con i media al netto delle eccessive polemiche montate da Madeo contro gli organi di stampa, è servito ad agitare ancor di più le acque con dichiarazioni “puntualmente” smentite – ad esempio – dal mormorio in sala dell’ex sindaco di Corigliano, Giovanbattista Genova, storico dirigente del partito, da sempre avverso a Stasi ed alla fusione (contro cui sermoneggiava prima dell’incontro).
Dietro le quinte
È mestamente questa la fotografia del Pd di Corigliano Rossano di oggi: un partito consumato dalle mille correnti interne. Anzi, da due: chi sta con Stasi e chi no, anche se potrebbe sembrare riduttivo perché la miriade di anime “contro” si è coalizzata secondo il più classico degli adagi mutuati dalla politica, “il nemico del mio nemico è mio amico”.
Il quesito giusto da porre in questa fase, invece, potrebbe essere il seguente: Il partito democratico farà parte della coalizione di centrosinistra che concorrerà alle prossime elezioni amministrative di Corigliano Rossano? A quanto sembra la risposta oggi è no. E questo perché dalle parole di Franco Madeo – eletto segretario cittadino al ballottaggio grazie ai voti di un gruppetto di stasiani tesseratisi alla vigilia del congresso proprio con l’obiettivo di “scalare” il partito – i dem cittadini non sembrano affatto “sposare” le idee del resto del “campo largo” che in questi mesi si è aggregato, ovvero dei Verdi, Sinistra Italiana, Rifondazione comunista e tutto il movimentismo ambientalista e di centrosinistra che – proprio in barba al Pd – continua a costruire il progetto sulla base di un principio che è "conditio sine qua non": il candidato a sindaco dovrà essere Flavio Stasi.
Da quanto emerso ieri sera, invece, il Pd sta andando nella direzione opposta, anche se in modo autoreferenziale vorrebbe ergersi a guida della coalizione. E non solo nelle idee («bisognerà riscrivere lo statuto» o «non possiamo prescindere dal centro direzionale a Insiti» che Stasi ha sempre avversato), ma nella proposta. Madeo ha provato a edulcorare un passaggio chiave chiarito poi a margine da Genova: «ll Pd porterà al tavolo un suo candidato a sindaco al momento opportuno e proverà con tutte le sue forze a contrapporsi a Stasi, formulando una ipotesi diversa».
I toni utilizzati, quindi, non sono sembrati troppo concilianti verso il resto della coalizione di centrosinistra, della quale probabilmente faranno parte anche i cinque stelle che da tempo – con alcuni dei loro influenti portavoce – tifano per la ricandidatura del primo cittadino uscente. Insomma, mentre i partiti litigano per le poltrone, il civismo continua a prosperare.
Lo scenario
In questi mesi il Pd ha dialogato con tutte le forze dell’area, anche con Azione che – come sembra – virerà verso il centrodestra sulla scia dei suoi leader in consiglio regionale. A questo punto i dem sembrano avere solo due vie: piegarsi alle volontà del campo largo già “perimetrato” e tarato sul candidato a sindaco o andarsene per i fatti loro. E con le “lusinghiere” percentuali – tra il 7-8% – racimolate alle varie competizioni elettorali degli ultimi dieci anni a Corigliano e Rossano (dove si sono anche alleati con Forza Italia nel 2016) e poi a Corigliano Rossano, non sembra essere la migliore delle prospettive.