La notoria irruenza che lo contraddistingue questa volta gioca un brutto scherzo al leader di Diritti Civili Franco Corbelli. Evidentemente rapito dalla canzone vincitrice del Festival di Sanremo e dal testo di un brano in fondo molto confacente alle sue battaglie di civiltà e libertà, ha utilizzato Ermal Meta e Fabrizio Moro come testimonial della propria campagna elettorale.

Immagine utilizzata senza autorizzazione 

Corbelli infatti è candidato alla Camera nel collegio uninominale di Cosenza, come indipendente, sotto il simbolo di Liberi e Uguali, la formazione politica guidata da Piero Grasso. Ha riempito la città di manifesti raffiguranti i due artisti. Peccato abbia dimenticato di chiedere loro il permesso. E nell’era di internet, si sa, le notizie corrono alla velocità della luce. In breve tempo una foto di queste locandine è giunta ad Ermal Meta il quale si è immediatamente dissociato con un post sui social.

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Liberi e Uguali si dissocia

A dire il vero, tra i numerosi commenti al vetriolo in calce al messaggio che il cantante ha pubblicato sulla propria bacheca, c’è anche quello contenente le scuse ufficiali giunte dal profilo ufficiale di Liberi e Uguali: «Ciao Ermal – si legge nel testo - ovviamente questa è una iniziativa di un singolo candidato da cui ci sentiamo di prendere le distanze e che non avrebbe dovuto utilizzare la vostra immagine. Ci scusiamo ufficialmente con te, con Fabrizio e con tutti coloro che hanno contribuito al vostro ultimo successo, un brano che abbiamo apprezzato per il modo con cui avete affrontato, temi così importanti, portandoli all'attenzione di milioni di persone; un messaggio che dovrebbe essere patrimonio di tutti e non solo di una singola forza politica».

La voglia di festeggiare l'eventuale elezione con un concerto

Corbelli prova a metterci una pezza: «Il ringraziamento ai due bravi artisti e la risposta ai seminatori di odio – scrive a sua volta in un post - L'esibizione in piazza a Cosenza dei vincitori di Sanremo è un mio desiderio per una riflessione sul dramma dell'immigrazione che i due artisti hanno saputo significativamente interpretare. Quando parlano dei muri di contrasto alzati per il pane a cosa si riferiscono se non ai muri della vergogna alzati dall'Europa per sbarrare la strada ai migranti? Per questo ho annunciato questa mia iniziativa, coerentemente con la mia storia. Ai due bravissimi cantanti poi la scelta: se accettare il mio invito per un grande concerto che pagherò io personalmente, se eletto».

Salvatore Bruno