«Ci sono importanti criticità e carenze che non consentono di ritenerlo affidabile e sostenibile e, pertanto, attuabile». È una bocciatura senza appello quella che la giunta Spirlì ha messo nero su bianco, a proposito del Piano industriale che tentava di salvare il Corap. A firmare il documento che la Cittadella poi ha definito con parole così dure, è stato Renato Bellofiore, commissario straordinario del consorzio fino al 25 agosto, giorno in cui l’esecutivo ha deliberato la messa in liquidazione dell’ente, lo ha fatto decadere dalla carica e ha indicato come nuovo commissario liquidatore Tommaso Calabrò, dirigente regionale di uno dei settori che - nel tavolo interdipartimentale formato - ha partecipato alle riunioni che hanno portato alla sonora bocciatura del Piano.

Cambio al vertice che, quindi, porta con sé un possibile caso politico: Bellofiore, avvocato e dirigente della Lega, era stato nominato dalla stessa giunta guidata dal suo compagno di partito, Nino Spirlì, che ora ne stronca il lavoro.
Avviando la liquidazione, l’esecutivo di centrodestra fa la stessa scelta che la corte costituzionale aveva impedito al precedente governo di centrosinistra, ma lo fa – ed ecco un’altra appendice assai interessante – con un mistero amministrativo.
Bellofiore, raggiunto al telefono, non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma ha detto «che è questione di giorni il varo di un decreto per la nomina del liquidatore».

In realtà, nella delibera del 25 agosto il nome di chi lo sostituirà è indicato – Tommaso Calabrò appunto, con tanto di riferimento al mandato che durerebbe un anno – e quindi sembra impossibile che la giunta, dopo aver bocciato un “suo” commissario, ne nomini un altro al di fuori della burocrazia regionale: anche se nulla sembra impossibile per una giunta che qualcuno accusa di aver ecceduto nel potere di nomina, oltrepassando l'obbligo di attenersi all'ordinaria amministrazione che la vacatio del governatore imporrebbe. Ma lo stesso Bellofiore, che non fa il nome di chi lo sostituirà, sposta verso «la politica l’opportunità di dare risposte, visto che io sono un tecnico».Disponibilità che noi abbiamo provato a verificare, chiedendo - in due occasioni - una intervista al presidente Spirlì, senza successo.