Renato Bellofiore, nella sua prima uscita pubblica da commissario del Corap, appare diplomatico ed ugualmente disposto a entrare nel merito delle scelte della giunta regionale che l’ha nominato. «Non giudico il vecchio indirizzo che aveva dato l'esecutivo – risponde a proposito dell’antica volontà di cedere in affitto a Fincalabra la gestione delle aree industriali – ciò che è certo, però, è che la legge nazionale non consente di far derogare l’ente dalle sue competenze».

Parole che certamente faranno piacere a Domenico Giannetta, presidente della commissione regionale Vigilanza che aveva contestato, nei mesi scorsi, l’ordine che era partito dalla Cittadella. Bellofiore, guida un ente costretto ad una doppia giravolta, dopo che la corte costituzionale ha bocciato la legge che, nella precedente legislatura, lo metteva in liquidazione.

«Il nuovo corso regionale lascia ben sperare – prosegue – abbiamo pronti diversi progetti per la depurazione, ho già convocato due incontri con i sindacati, e lo stesso assessore Orsomarso ha ricevuto le delegazioni sindacali, mentre stiamo valutando caso per caso il ritorno in organico di una serie di funzionari che era decaduti dopo l’approvazione della legge sulla liquidazione coatta, che ora la corte costituzionale ha bocciato».

L’attivismo del commissario, avvocato e già sindaco di Gioia Tauro - con un passato nel Pd, oggi approdato nel partito della Lega - riguarda anche il destino dei circa 100 dipendenti. Il Sul ha attaccato l’assessore perché si è dimenticato di convocarlo, i Confederali hanno chiesto un accesso agli atti prima di parlare con Bellofiore.

Il commissario, infine, dimostra di non voler ostacolare la soluzione delle partite aperte nell’area gioiese, in primis rispetto al raccordo ferroviario che deve passare ad Rfi. «Stiamo definendo la situazione di alcune particelle – conclude – ma la cessione delle proprietà è in dirittura d’arrivo, come pure abbiamo intenzione di far terminare il decennale contenzioso con l’Autorità portuale».