Eletti i 9 delegati: 5 per Zingaretti, 3 per Martina e 1 per Giachetti. Al dibattito assenti tutti i big per diversi impegni istituzionali. Il documento pro Oliverio approvato da tutti i circoli anche se i renziani provano a smarcarsi rischiando l'isolamento dopo l'adesione alla mozione del governatore del Lazio di Minniti e Falcomatà
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Sarannono nove i delegati della provincia reggina che domenica prenderanno parte alla Convenzione nazionale per la chiusura della prima fase del congresso del Pd.
I numeri, ovviamente, rispecchiano il risultato del voto dei circoli che ha visto la vittoria di Nicola Zingaretti con il 53% dei consensi a fronte del 37% ottenuto da Maurizio Martina. Pertanto saranno cinque i delegati in quota Zingaretti, si tratta di Domenica Vinci, Carmen Latella, Domenico De Marco, Paolo Scudo e Alberto Carlo Corica. Tre, invece, i delegati per Martina: Consuelo Nava, Gangemi e Salvatore Mafrici, mentre un unico delegato arriverà a Roma per Giachetti (7,24%) individuato in Tina Foti.
I delegati sono stati eletti dalla Convenzione Pd che si è tenuta a palazzo Campanella. Un incontro dal quale si sono tenuti prudentemente lontani tutti i big. Il sindaco Giuseppe Falcomatà perché impegnato in Consiglio comunale, il presidente Nicola Irto per altri impegni personali e il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo perché a Roma. Parlare di assenza di Marco Minniti, invece, non è neanche più una notizia, considerate le sue ormai rare visiti politiche nella sua città di origine.
Il dibattito, dunque, si è svolto senza scossoni anche se non sono sfuggiti alla platea e agli addetti ai lavori i movimenti tellurici che stanno attraversando il partito reggino. Seppure tutti i circoli reggini hanno approvato il documento a sostegno del governatore Mario Oliverio e della sua ricandidatura alle prossime regionali, non è sfuggita a nessuna la presa di distanze che è arrivata dalla componente renziana.
Il commissario regionale Stefano Graziano, anche nell’intervista rilasciata a Lacnews24, ha confermato che è presto per parlare di regionali, ma anche il presidente Irto si è dimostrato cauto su una sua possibile ricandidatura.
Le truppe renziane in riva allo Stretto, però, stanno osservando pericolosi smottamenti. Il più importante quello dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti che dopo aver rischiato di essere il candidato di Matteo Renzi al congresso nazionale, con il suo ritiro è approdato alle opposte sponde controllate da Nicola Zingaretti. Un passaggio annunciato mentre si concludeva il voto dei circoli e i cui effetti sono ancora tutti da verificare.
Anche il sindaco Giuseppe Falcomatà, dopo la rottura con l’ex premier avvenuta ormai più di un anno fa, ha rotto gli indugi e scelto Zingaretti. E con lui la quasi totalità dei consiglieri comunali. Compresi quelli che erano considerati più vicini all’area renziana e alla linea dettata da Demetrio Battaglia e Nicola Irto. In tal senso l’intervento di Nino Castorina alla Convenzione di Reggio non è passato inosservato soprattutto per il sostegno offerto all’azione del governatore Mario Oliverio.
La partita in riva allo Stretto, dunque, è quanto mai apertissima e il vecchio asse tra i golden boy Nicola Irto, Giuseppe Falcomatà e Sebi Romeo comincia a vacillare. I rapporti di forza saranno testati ancora di più alle prossime primarie del 3 marzo e successivamente alle elezioni europee. La sensazione, però, è che la quadra interna sia ancora lontana dall’essere raggiunta con i conseguenti rischi alla vigilia di appuntamenti elettorali fondamentali come le elezioni regionali e quelle comunali.
Riccardo Tripepi