Si apre una settimana decisiva per le sorti di questa legislatura regionale. Il prossimo 3 agosto, ultimo Consiglio prima della pausa estiva, in aula si discuterà del progetto di riforma dei Consorzi di Bonifica. La giunta regionale ha licenziato una proposta di legge che prevede la messa in liquidazione degli attuali 11 Consorzi con la contestuale creazione di un unico ente d’ambito regionale, articolato poi in comprensori territoriali.

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Non sembra proprio un atto destinato a cambiare i destini della nostra regione, eppure il presidente Roberto Occhiuto su questa riforma si è impuntato al punto da aver formalizzato al presidente del consiglio, Filippo Mancuso, la fiducia su questo provvedimento. Nessuno, però, riesce a capire il perché. Occhiuto lo spiega semplicemente dicendo che i Consorzi non funzionano e che negli anni si sono tradotti in un serbatoio di assunzioni clientelari. Certo che ci siano inefficienze è fuori dubbio, ma queste mica stanno solo nei consorzi.

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Bisogna fra l’altro considerare che l’istituto della fiducia prevede la maggioranza semplice. Nel caso in questione, però, trattandosi della nascita di un nuovo ente pubblico economico, a norma di Statuto regionale, serve la maggioranza qualificata ovvero ventuno voti, in pratica tutti i componenti della maggioranza. Basta quindi che qualcuno del centrodestra abbia un contrattempo o un incidente per mandare tutto il Consiglio a casa.

«Chiederò al Consiglio regionale di approvare giovedì la riforma dei consorzi - ha scritto il presidente - O passa oppure mi dimetterò, perché credo sia giusto continuare a fare il Presidente soltanto se mi danno la possibilità di affrontare e di tentare di risolvere i problemi che si sono accumulati in tanti anni». Ma chi si mette di traverso all’attività di Governo di Occhiuto? Anche questo ci sfugge se consideriamo questo scorcio di legislatura. La maggioranza, perché è chiaro che a questa che si riferisce il presidente, ha approvato ogni provvedimento portato in aula. Tre volte ha approvato Azienda zero, anche quando le commissioni consiliari non si erano ancora formate. Ha approvato, nonostante i dubbi di Fratelli d’Italia, la omnibus contenente la revisione del processo di fusione dei comuni. Ha approvato la nascita di Arrical, persino la concessione di 300 licenze Ncc a Ferrovie della Calabria oggi bocciata dal Governo.

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In questo caso sono invece diverse le resistenze all’interno della maggioranza a votare il provvedimento. C’è il caso di Pietro Molinaro, consigliere della Lega e già presidente regionale di Coldiretti, proprio l’associazione che governa da tempo i Consorzi. Ma la riforma non piace fino in fondo nemmeno alla presidente della commissione Agricoltura, Katya Gentile, che sul tema aveva a lungo lavorato, presentando anche una proposta di legge poi superata da questa della giunta. Altri mal di pancia dicono siano avvertiti da settori di Fratelli d’Italia. Il punto è che il mondo agricolo non è assolutamente d’accordo sulla riforma al punto che stamattina non si sono presentati alle audizioni in commissione. Hanno piuttosto fatto pervenire un parere legale che sottolinea alcuni presunti motivi di incostituzionalità della legge. Occhiuto però è determinato a portare a casa il risultato e certamente ci riuscirà. Fra l’altro in queste ore sono in corso tentativi di mediazione con le associazioni di categoria che sta portando avanti l’assessore Gianluca Gallo.

Al netto dei problemi politici esiste poi un problema molto concreto relativo ai Consorzi e riguarda il Tfr maturato da diversi lavoratori e non pagato dagli enti. Il Tfr non corrisposto interessa 383 ex forestali assegnati ai consorzi e 58 ex dipendenti dei consorzi. L’importo complessivo da pagare è di oltre 16 milioni. Il progetto di legge prevede un finanziamento dal bilancio regionale di circa 9 milioni che serviranno a pagare gli stipendi al personale che verrà trasferito nel nuovo consorzio unico. Essendo un ente nuovo di zecca è chiaro che la vicenda dei Tfr maturati non lo riguarderà. Come faranno quindi questi lavoratori a recuperare le spettanze maturate? Dovranno inserirsi nella liquidazione con il rischio di restare con un pugno di mosche in mano o saranno destinatari di un provvedimento ad hoc? Un aspetto questo che meriterebbe un surplus di riflessione.