Sono trentanove i punti all’ordine del giorno del Consiglio regionale convocato per la mattina di giovedì prossimo, quando l’assemblea legislativa dovrà esprimersi non solo sul Rendiconto di gestione relativo al 2020 e sugli atti connessi alla sua approvazione, ma anche ad altri delicati temi come le modifiche alla legge 29 per stabilizzare circa 700 lavoratori precari e la modifica della legge che disciplina Fincalabra che così sarà autorizzata all'acquisto delle quote dei soci privati di Sacal.

Tuttavia il dibattito interno ai partiti in queste ore che ci dividono dal Consiglio è dominato dalla definizione delle presidenze delle 8 commissioni consiliari, di cui 6 sono permanenti e due speciali, che sono quella di Vigilanza e quella “contro il fenomeno della 'ndrangheta, della corruzione e dell'illegalità diffusa”, che già in passato hanno segnato, e non certo in positivo, l’avvio di varie legislature per incomprensioni all’interno degli stessi schieramenti. Senza andare troppo a ritroso, basti ricordare al ritardo accumulato nella scorsa legislatura quando il centrodestra si impantanò in una lunga trattativa che partorì addirittura una nuova Commissione per mettere tutti d’accordo.

Trattative frenetiche

Anche il governo Occhiuto non sfugge alla regola non scritta delle trattative frenetiche. Lo schema più probabile per il momento, prevede 3 presidenze per Forza Italia, e due a testa per Lega e Fratelli d’Italia. C’è però massimo riserbo sui nomi e sulla destinazione degli stessi, il che significa che la partita non è chiusa, anche se da più parti si conferma che non ci sarà spazio per Coraggio Italia, Forza Azzurri e Udc.

In tal senso i papabili sono quelli che fino ad oggi non hanno ricevuto alcun incarico. E per questo Forza Italia schiererà certamente Michele Comito (che in molti danno alla Terza Commissione Sanità) e Katia Gentile, ma anche Valeria Fedele e Giuseppe Mattiani (che non ha mai fatto mistero di aspirare alla sesta commissione Agricoltura). Direzione quasi obbligatoria anche per Lega e Fratelli d’Italia, con il Carroccio che mette in campo Pietro Raso (anch’egli affascinato dalla Sesta) e Giuseppe Gelardi che potrebbe presiedere la Commissione speciale Anti ‘ndrangheta, e i meloniani Antonio Montuoro che nel segno della continuità ambirebbe alla Seconda commissione Bilancio, fino alla scorsa legislatura presieduta dal capogruppo Peppe Neri, e Luciana De Francesco che potrebbe accasarsi alla Prima, Affari istituzionali.

La Vigilanza continua a dividere il centrosinistra

Resta irrisolta, almeno per il polo civico di Laghi e Lo Schiavo, la questione della Commissione di Vigilanza che andrà alle opposizioni. Il centrosinistra, e in particolare Amalia Bruni, spingono per affidarla al Movimento 5 stelle e quindi a Francesco Afflitto, ma i seguaci di de Magistris non mollano anche se sono ben consci del fatto che il centrosinistra ha i numeri per assicurarsi la postazione. Di certo, non sarà il centrodestra a togliere le castagne dal fuoco dell’opposizione.

Già in conferenza dei capigruppo si è ipotizzato un nuovo schema per mantenere le proporzioni del Consiglio e razionalizzare il funzionamento delle Commissioni, con la proposta di fare entrare in ogni organismo un solo membro in rappresentanza delle opposizioni. Una ipotesi che certamente si allontana stando così le cose, perché il Polo civico per ritorsione, rispetto ad un mancato accordo con i colleghi di opposizione, chiederà di entrare in tutte le Commissioni con diritto di voto.