La scelta di Wanda Ferro di aderire al Gruppo Misto non appena entrerà in Consiglio regionale continua a fare discutere. La Ferro, che è pure vice coordinatrice regionale di Forza Italia, ha deciso di non iscriversi al gruppo azzurro formato da Alessandro Nicolò, Nazzareno Salerno e Ennio Morrone. Al Misto ritroverà Tallini e Orsomarso che, al momento della formazione dei gruppi, andarono alla rottura con gli altri tre consiglieri con una divisione in Aula mai risolta.

 

Neanche l’ingresso della Ferro risolverà il problema e i gruppi di opposizione rimarranno diversi con l’anomalia di ritrovare al Misto un vice coordinatore regionale, la stessa Ferro, e un coordinatore provinciale come Mimmo Tallini.

 

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Prova a buttare acqua sul fuoco delle polemiche il capogruppo Nicolò che commenta così la decisione della Ferro.

«I rapporti sia personali che politici tra me e Wanda Ferro sono buoni e datati, nonché da sempre improntati sulla massima lealtà e rispetto reciproco. Niente divisioni né spaccature di Forza Italia come vorrebbero e auspicano i “gufi” della politica. La posizione di Wanda Ferro di aderire al Gruppo Misto – spiega Nicolò - risponde alla logica del ruolo di sintesi dell’opposizione di quei gruppi di cui ella stessa è stata e ne è l’espressione, un ruolo quindi di raccordo e di coordinamento del Centrodestra. Parliamo proprio di quei gruppi di Centrodestra, presenti in Consiglio Regionale, ovvero di quella opposizione reale da non confondere sicuramente con il Nuovo Centrodestra che ha una “sua posizione” e che svolge un’opposizione tattica».

 

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Nicolò, dunque, sostiene che la scelta della Ferro non sia frutto di una presa di distanza da Forza Italia, ma solo un modo per rappresentare un'equidistanza da tutti i gruppi per esserne il leader. Il capogruppo torna poi all’origine degli attuali mali azzurri.

 

«Mi dispiace per l’uscita di Mangialavori del quale ho avuto modo di apprezzarne le qualità personali e l’impegno politico, ma se ci fosse stata compattezza e coesione in Forza Italia e nel Centrodestra sin dalla fase delle elezioni, non solo Mangialavori non avrebbe lasciato il Consiglio Regionale, ma sarebbe stato riconosciuto il 31° seggio a Wanda Ferro. Compattezza e coesione – l’accusa di Nicolò - che non si sono registrate a Reggio Calabria tant’è che una parte di Forza Italia, o almeno che si definisce tale a secondo delle stagioni, ha scelto logiche trasversali sostenendo Oliverio ed i suoi candidati del Pd e del Centrosinistra facendo venir meno il 2° seggio per una manciata di voti, dato, che oltre a penalizzare Forza Italia stessa, ha pregiudicato il risultato complessivo della coalizione a favore di altra formazione politica. Queste sono le cose che responsabilmente dovrebbero far riflettere per un futuro alla ricerca di compattezza, coerenza e coesione che dovrebbero caratterizzare la forza di una coalizione che ha tutte le risorse ed i requisiti per porsi quale alternativa alla sinistra».

 

E’ chiaro, però, che a questo punto non può prescindersi da una discussione franca all’interno del partito che il coordinamento regionale avrebbe il dovere di far partire. Le anomalie in Forza Italia e nell’intera opposizione di centrodestra in Consiglio sono state tante e durature. Basti pensare alle posizioni di Morrone, Graziano e Orsomarso. Una debolezza che, complice la vicinanza di Ncd a Oliverio, ha praticamente fatto giocare sul velluto il governatore.

 

 

 

Riccardo Tripepi