Stavolta il governatore Mario Oliverio non si presenta in Aula. Ma fa sentire comunque la sua guida scrivendo una lettera al presidente del Consiglio Nicola Irto con la quale chiede il rinvio delle interrogazioni riguardanti la sanità.

Salta così molta parte dell’ordine del giorno del Consiglio regionale convocato soltanto per il question-time. Tra le interrogazioni rimandate anche quelle di Carlo Guccione il quale aveva depositato la sua richiesta di discutere della sanità calabrese quasi un anno fa e cioè il 12 marzo 2018. A nulla è servita la richiesta di spiegazioni al banco della presidenza, Irto ha ribadito: «il presidente ha chiesto il rinvio delle interrogazioni sulla sanità al prossimo Consiglio che sarà dedicato al sindacato ispettivo». A data da destinarsi, in buona sostanza. Tanto che a Carlo Guccione non è rimasto che commentare ironicamente «per quella data saranno belle stagionate».

 

A dire il vero oltre al governatore non si è visto neanche in Aula il suo vice Francesco Russo, fresco di delega ai Fondi Comunitari, il quale, da quando Oliverio è stato raggiunto dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore nell’ambito dell’inchiesta “Lande Desolate”, si è visto pochissimo in Aula.

A fronteggiare il fuoco di fila delle interrogazioni, con Gianluca Gallo (Forza Italia) recordman di giornata, quasi in solitaria l’assessore al Bilancio Mariateresa Fragomeni. Insomma, ancora nel limbo e senza la guida, il centrosinistra continua ad arrancare e fare finta che tutto proceda in maniera normale. Anche se in Aula in un’unica seduta si prova a recuperare le interrogazioni accumulate in un anno e senza che, per la gran parte dei casi, le risposte possano arrivare per assenza di presidente e vicepresidente della giunta.


Situazione che non è sfuggita neanche ai componenti della maggioranza di centrosinistra, specialmente quelli più critici. Tra questi Franco Sergio che, presentando il proprio ordine del giorno per chiedere interventi sul territorio di Corigliano Calabro durante lo scorso mese di novembre, ha sbottato: «Non è possibile andare avanti in questo modo. Mi sembra di essere nel deserto del Sahara». Preambolo di sicure nuove discussioni all’interno della maggioranza.