La conferma della decisione dell'imprenditore certifica il fallimento delle scelte dei vertici del Nazareno. E in Aula arriva Nicola Billari, delfino di De Gaetano, che va ad accrescere il gruppo dei Democratici e Progessisti fin qui "ribelle" alla linea democrat
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Si completa oggi la fase di insediamento delle Commissioni in Consiglio regionale. La macchina legislativa, dunque, dopo aver perso sei mesi tra emergenza Covid e divisioni interne al centrodestra può finalmente cominciare a funzionare a pieni giri.
Palazzo Campanella, però, è nuovamente scosso dalle dimissioni di Pippo Callipo che dopo una ulteriore, e incomprensibile, pausa di riflessione ha deciso di ripresentarle nonostante il voto contrario del Consiglio che gli aveva chiesto di ripensarci. Il candidato governatore per il centrosinistra sbatte la porta in faccia alla politica calabrese e certifica il fallimento delle scelte operate dal gruppo dirigente del Pd che adesso rischia un duro contraccolpo anche in vista dell’apertura della fase congressuale. Ma anche dentro palazzo Campanella si rischia ancora di più la divisione. Già proprio sul voto in ordine alle dimissioni di Callipo e sulla vicenda relativa alle vicepresidenze delle Commissioni si è vista la posizione autonoma sia di Luigi Tassone che con la regia di Bruno Censore cerca spazi di indipendenza nuovi dentro il Pd, sia dei Democratici e Progressisti che con Flora Sculco e Giuseppe Aieta non hanno nessuna intenzione di obbedire agli ordini di scuderia. Aieta del resto è il consigliere regionale che non ha mai perso i contatti con Mario Oliverio salutandone positivamente il ritorno sulle scena.
Al loro gruppo, per l’effetto delle dimissioni di Callipo, si aggiungerà Nicola Billari eletto nella circoscrizione sud e uomo vicinissimo alle posizioni di Nino De Gaetano. Ex assessore della prima giunta Oliverio e mina vagante del panorama politico reggino che si prepara anche ad affrontare le prossime elezioni comunali. Non mancheranno insomma gli argomenti di discussione interna per il commissario Stefano Graziano che avrà il suo bel da fare per costruire la strada che porterà al congresso regionale subito dopo la tornata elettorale. Così come il capogruppo democrat Domenico Bevacqua non potrà certo risparmiare energia per tenere compatta l’azione della minoranza che perde quello che sarebbe dovuto essere il suo punto di riferimento in Aula.