VIDEO | Tensioni in aula: il centrodestra si prende anche la Vigilanza, dall'altra parte il fronte della minoranza si riempie di nuove crepe. Nella lista dei cattivi finisce Ferdinando Laghi al quale il Pd non perdona di aver soffiato il posto ad Amalia Bruni «votandosi da solo»
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È destinata a far discutere ancora a lungo la questione del rinnovo delle presidenze delle Commissioni di stanza a Palazzo Campanella, risoltosi con l’en plein della maggioranza di centrodestra che per motivi politici di riequilibrio dei rapporti di forza interni alla coalizione ha deciso di prendersi anche la Commissione speciale di Vigilanza, privando le opposizioni dell’unica guida tra gli otto organismi consiliari.
Per le opposizioni quanto successo è frutto di una doppia regia. Da una parte quella del presidente dell’assemblea legislativa, Filippo Mancuso, contestato per il metodo utilizzato, e dall’altra quella del presidente Roberto Occhiuto che si sarebbe per così dire disinteressato della faccenda, abbandonando i propositi dettati dal bon ton istituzionale e dalla prassi che vorrebbero la presidenza della Vigilanza affidata alle opposizioni.
Fatto sta che il centrodestra ha fatto il pieno di presidenze eleggendo con soli 3 voti, su sei componenti, l’azzurro Domenico Giannetta che ha promesso una presidenza «obiettiva e super partes, riprendo – si legge in una breve nota - un percorso già efficacemente avviato nella precedente legislatura, con lo stesso spirito di imparzialità».
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A sostenere all’interno della Commissione di Vigilanza le ragioni dell’opposizione, che oggi può racchiudersi nel triangolo rappresentato da Mimmo Bevacqua per i dem, Davide Tavernise per i cinquestelle e Antonio Lo Schiavo, oggi alla guida del gruppo misto, proprio il notaio vibonese che nel suo intervento prima dell’elezione di Giannetta aveva chiesto un rinvio del voto, criticando il metodo utilizzato, e puntando l’indice anche contro il presidente della giunta che avallando l’operazione mostra di considerare superato l’impegno assunto in avvio di legislatura, quando assicurò che quella presidenza sarebbe stata appannaggio delle minoranze in Consiglio.
E tuttavia quanto successo ieri non rappresenta un unicum, in quanto precedenti della stessa natura, e quindi con la maggioranza ad occupare anche la presidenza della Commissione di Vigilanza, si sono verificati già in passato.
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Ma appare evidente che la questione avrà delle ripercussioni non solo nei rapporti tra maggioranza e opposizioni, così come sottolineato a più riprese da Lo Schiavo e Bevacqua, ma anche all’interno delle stesse minoranze. Da una parte non sarà sfuggito a nessuno che dal Movimento cinque stelle non sia arrivata alcuna nota critica né di sostegno o solidarietà nei confronti del presidente spodestato Francesco Afflitto, con il quale più volte sia all’interno del gruppo che con i colleghi di opposizione si sono registrate frizioni più o meno importanti. Ma a fargli compagnia, nella lista dei “cattivi” oppositori adesso c’è anche Ferdinando Laghi, al quale soprattutto il Pd non perdona di aver soffiato «votandosi da solo» la vicepresidenza nella Commissione Sanità ad Amalia Bruni. Il gruppo dem ci è andato giù duro, parlando di «scorrettezza» - Laghi ha mantenuto la vicepresidenza della Commissione Ambiante -, ma sottolineando anche che il gesto di Laghi «è di una piccolezza tale da fare un ottimo paio con l’atteggiamento del centrodestra che continua a calpestare la dignità dell’opposizione e dello stesso Consiglio regionale».