Con 5 ore di ritardo e dopo una seduta fiume della Conferenza dei capigruppo si arriva in Aula con soli due punti. E se l'integrazione delle Aziende ospedaliere avrà consenso unanime, l'attesa è per l'esito della votazione sulla proposta di Flora Sculco sulla doppia preferenza di genere. Presente anche Mario Oliverio
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Dopo una riunione fiume della Conferenza dei capigruppo, con quasi cinque ore di ritardo rispetto all’orario previsto, il Consiglio ha finalmente potuto cominciare i suoi lavori.
Il presidente Nicola Irto, visibilmente provato per la tensione accumulata durante la riunione con i referenti dei gruppi consiliari, ha spiegato che il nutrito ordine del giorno messo in calendario si sarebbe ridotto a due soli punti: l’integrazione delle Aziende ospedaliere di Catanzaro Mater Domini e Pugliese Ciaccio e la proposta di legge sulla doppia preferenza di genere. Nonostante le reiterate richieste di rinvio provenienti dalla minoranza e della stessa maggioranza, Irto in perfetta sintonia con il capogruppo del Pd Sebi Romeo e del governatore Mario Oliverio (presente a palazzo Campanella), ha proseguito dritto per la sua strada. A costo di spaccare la maggioranza.
In un clima surreale è stato il presidente della Commissione “Sanità” Michele Mirabello a illustrare la legge di integrazione delle aziende ospedaliere. «Siamo riusciti a portare in Aula un testo molto avanzato, frutto di un lavoro bipartisan che ci permette di mettere a disposizione della Calabria uno strumento frutto del lavoro dell’intera classe dirigente. Sono primo firmatario di questo testo soltanto per funzione, perché tutti i consiglieri hanno dato il proprio contributo per un atto che qualifica l’intera legislatura. Già in settimana – ha proseguito Mirabello - avvieremo il lavoro di riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera calabrese che ci servirà anche per avviare un’operazione verità sulla gestione del comparto in modo che ognuno possa assumersi le proprie responsabilità».
Sulla legge è stato registrato anche il parere favorevole del capogruppo di Forza Italia Claudio Parente che ha salutato con soddisfazione «una legge che si aspettava da 20 anni ringraziando anche il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo che ha ripreso con tenacia il tema. Oggi si sta realizzando il sogno di tanti professionisti e tanti studenti».
Anche Antonio Scalzo, esponente dei Moderati per la Calabria. Ha dichiarato il suo favore per il provvedimento non risparmiando una stoccata ad Oliverio. «Stiamo riuscendo ad avviare la costruzione della più grande azienda ospedaliere universitaria del Meridione, frutto del lavoro che ha visto coinvolti tanti soggetti e ha ridato un ruolo a questo Consiglio regionale. Una funzione che per tanto tempo non abbiamo potuto esercitare».
Ma i sì all’integrazione delle aziende ospedaliere sono stati molteplici e bipartisan, compresi quelli di Baldo Esposito, di Arturo Bova che parla di«ottima pagina per il Consiglio regionale», di Mimmo Tallini «un momento importante per la Calabria e il più importante di questa legislatura», di Carlo Guccione che si è scagliato contro il ministro Grillo e la sua «passeggiata in Calabria». Interventi a sostegno anche da Fausto Orsomarso, Domenico Bevacqua, Gianluca Gallo, Enzo Ciconte, Giuseppe Pedà e Alessandro Nicolò.
A chiudere il dibattito il governatore Mario Oliverio che ha salutato con enorme soddisfazione il dibattito sviluppato in Aula e le nuove possibilità per la sanità calabrese che si apriranno con la legge che integra le aziende ospedaliere. «Scriviamo una pagina positiva a dimostrazione del fatto che la Calabria è nelle condizioni di autogovernarsi. C’è un’iniziativa ancora più forte da portare avanti nei confronti del governo nazionale per riuscire a chiudere definitivamente la pagina sciagurata dei commissariamenti». Dopo l’intervento del governatore, l’approvazione all’unanimità della legge.