Raggiunta al primo tentativo il quorum per l’elezione del Presidente del Consiglio regionale della XII Legislatura. È il leghista Filippo Mancuso che ha raccolto 22 voti (9 le schede bianche).

«La Calabria ci chiede cuore e coraggio! Sarò il Presidente di tutti, garante della dialettica democratica nel rispetto dello Statuto e del Regolamento». Comincia così la presidenza di Filippo Mancuso che, intervenendo in Aula subito dopo la sua elezione e l’abbraccio al predecessore Giovanni Arruzzolo, ha rivolto un caloroso saluto al presidente Roberto Occhiuto di cui apprezza «il dinamismo di cui sta dando prova che - ha detto - è come se incarnasse fisicamente il cambio di passo a cui tutti siamo chiamati, se vogliamo mettere a valore, per promuovere sviluppo e nuova occupazione, il patrimonio ambientale, storico, culturale e architettonico che fa della Calabria una delle regioni più belle d’Europa».

Nel ricordo di Jole

Il neo presidente, che ha inteso ricordare anche Jole Santelli, si è prodotto in un intervento a trecentosessanta gradi che non ha trascurato i grandi temi su cui il Consiglio, la giunta e la politica tutta devono spendersi per rilanciare la nostra regione. A partire dalla sanità e dalla fine del Commissariamento, con l’auspicio che «col contributo di tutti, la sfida di avere una sanità dignitosa sia finalmente affrontata e vinta». Anche per questo ha rimesso al centro delle grandi questioni l’integrazione dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio col Policlinico Mater Domini di Catanzaro, la cui realizzazione – ha rimarcato - consentirà alla Calabria di avere un Polo sanitario-universitario d’eccellenza tra i più ragguardevoli del Mezzogiorno.

Attenzione al Pnrr

Ma parlando di grandi questioni aperte, Mancuso non poteva non fare riferimento al Pnrr e ai fondi in arrivo: «Siamo dinanzi all’appuntamento della vita per la Calabria. Non dubito che la Regione sarà all’altezza del compito. Naturalmente, c’è bisogno di supporti tecnici per la progettazione e rendicontazione delle risorse senza cui si avrebbero difficoltà. Se le risorse del Pnrr, per più cause, dovessero essere appannaggio solo delle aree forti del Paese, lobby e cordate di potere tecnicamente attrezzate, non mettendo la Calabria e il Sud nelle condizioni di utilizzarle, l’Italia perderebbe l’occasione di realizzare la coesione sociale che insegue da 160 anni. Tutto ciò va scongiurato, perciò attiviamoci al massimo».

Obiettivo normalità 

Dopo aver definito i Comuni «gli avamposti della democrazia che vivono un’insopportabile condizione di solitudine» e che quindi vanno affiancati, Mancuso ha sottolineato come «la criminalità organizzata è un disvalore assoluto ed è uno dei principali ostacoli allo sviluppo».
L’obiettivo è dunque la normalità, che si consegue facendo funzionare bene e tempestivamente ogni organismo e articolazione della Regione. Per questo ha auspicato che l’insediamento della Conferenza dei capigruppo e l’elezione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni avvengano nel più breve tempo possibile, promettendo approfondimenti del Consiglio sulle grandi questioni del momento (fuga dei giovani, modernizzazione del regionalismo, Università, relazioni con i calabresi fuori dalla regione, attuazione della riforma del welfare con uno sguardo alle persone affette da demenza e alle loro famiglie).

La vicenda Sacal

In questo quadro per il neo presidente la Calabria non può essere lasciata sola, perché già troppe sono le mancanze e le gravi sottovalutazioni verificatesi nei decenni scorsi, verso i bisogni di una regione che vanta dallo Stato crediti enormi. Mancuso ha chiesto quindi più attenzione per i porti (a incominciare da Gioia Tauro) e alle sofferenze degli aeroporti, con un passaggio sulla vicenda Sacal: «Sulle strane procedure da parte dei privati, per avere la maggioranza delle quote, denunciate dal presidente Occhiuto, intervengano subito le autorità di controllo. Si apra una pagina nuova su queste tre infrastrutture fondamentali per la mobilità e per lo sviluppo».

Uno sguardo alla "sua" Catanzaro

In chiusura è tempo di saluti: alla “sua” città di Catanzaro «le cui funzioni di capoluogo meritano di essere supportate da adeguate risorse» e alla città di Reggio, che ospita il Consiglio regionale, affermando: «Sosterrò la Conferenza Interregionale Calabria-Sicilia per il coordinamento delle politiche dell’Area dello Stretto, perché l’alleanza organica tra le due Regioni è un incubatore di processi virtuosi».
La chiosa è per la classe dei giornalisti, ed in particolare a quelli «cui è impedito dalle intimidazioni mafiose l’esercizio della loro essenziale funzione di informare i cittadini. Il contributo, anche critico, della stampa che si occupa della politica regionale - ha concluso - ci aiuterà a non deragliare. A rimediare ai possibili errori. A migliorarci, a spingerci a fare. E a fare bene».

Tempi rispettati

Contrariamente al recente passato, il Consiglio regionale ha aperto i lavori con solo una mezzora di ritardo rispetto alla convocazione effettuata dal presidente uscente Giovanni Arruzzolo. A presiedere la seduta è Francesco Afflitto, consigliere eletto nelle fila del Movimento 5 stelle, essendo il più anziano in aula. Il suo è un saluto di cortesia all’assemblea e ad Occhiuto al quale rivolge l’augurio di un proficuo lavoro. Il suo è anche un focus sull’astensionismo registrato nell’ultima tornata elettorale. Costituisce quindi il seggio Tavernise e Cirillo, che sono anche i più giovani, sono i segretari questori dell’ufficio di presidenza provvisorio.

Graziano propone di concludere l’iter per l’elezione del neo presidente dell’Assemblea in giornata – lo Statuto prevede che dopo le due prime votazioni a maggioranza dei due terzi dell’aula, si passa al giorno successivo, ed è sufficiente la maggioranza dei consiglieri in aula – ma Antonio Lo Schiavo (de Magistris presidente) non ci sta, richiama il dettato dello Statuto ma mostra una certa elasticità sul punto se l’aula va nella stessa direzione. La questione però viene superata. L’aula può votare e Mancuso essere eletto Presidente alla prima votazione.

Chi è Filippo Mancuso

È stato eletto nella circoscrizione Centro nella lista ‘Lega Salvini Calabria’ con 6.456 preferenze. Alla prima legislatura regionale, è stato eletto segretario-questore del Consiglio. Nato a Catanzaro il 26 aprile 1962, laureato in Economia dell’azienda moderna, esercita la libera professione nel campo della consulenza fiscale, tributaria, amministrativa, societaria del lavoro, contenzioso tributario. È iscritto all’albo dei commercialisti ed esperti contabili, all’albo dei revisori contabili e a quello dei consulenti tecnici d’ufficio del Tribunale di Catanzaro.

Nel maggio del 2011 è stato eletto consigliere al comune di Catanzaro, ricoprendo più volte nel corso delle varie consiliature l’incarico di Assessore al bilancio, patrimonio, demanio, affari generali. Nell’ottobre 2018 è stato eletto consigliere provinciale di Catanzaro.

Il suo nome è stato indicato da Matteo Salvini nell’ambito delle trattative per la formazione della giunta, che in un primo momento e secondo gli accordi nazionali, prevedeva il ticket con Occhiuto alla presidenza e Nino Spirlì, facente funzioni per un anno e mezzo, alla vice presidenza. Quando la Lega ha deciso, anche per la fronda interna di rinunciare al ticket ed a Spirlì, allora, oltre all’assessorato, concesso poi a Tilde Minasi, si è liberata la postazione della Presidenza del Consiglio, che Occhiuto ha mostrato di considerare alla stregua di un posto in giunta.

I vicepresidenti: Caputo e Iacucci 

Dopo l’elezione del presidente Filippo Mancuso e il consueto saluto istituzionale all’aula e ai calabresi, il Consiglio ha proceduto all’elezione dei due vicepresidenti, uno dei quali spetta alle minoranze.
Dall’urna escono i nomi che sono stati oggetto di trattativa all’interno dei due schieramenti per tutto il week end: Pierluigi Caputo (Forza Azzurri) che ha totalizzato 21 voti per la maggioranza ed Franco Iacucci (Pd) per le opposizioni che di voti ne ha racimolati 6, mentre due voti li ha raccolti Antonio Lo Schiavo e due sono state le schede bianche.

I segretari-questori: Cirillo e Alecci

Si è proceduto poi all’elezione dei due segretari questori che, come per la vicepresidenza, sono divisi tra maggioranza e opposizioni. Sono stati eletti per la maggioranza Salvatore Cirillo (Coraggio Italia) con 17 voti, mentre per le opposizioni la votazione è stata più frastagliata, a dimostrazione che non sono completamente superate le frizioni della vigilia: eletto dunque Ernesto Alecci (Pd) con 11 voti, davanti ad Antonio Lo Schiavo (2 voti) e Francesco Afflitto (1 voto).

Primo test superato per la maggioranza

Le votazioni hanno messo in evidenza la tenuta della maggioranza che con compattezza è andata dritta all’obiettivo, eleggendo al primo colpo il presidente dell’Assemblea, e non era una cosa scontata viste le trattative che hanno tenuto banco per tutto il week end, con una piccola propaggine nei momenti immediatamente precedenti al Consiglio.