Medita di riprendersi la rivincita sul presidente dell’Assemblea che gli soffiò lo scranno più alto di Palazzo Campanella nonostante 2mila voti in meno
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Si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo. E lo sa bene Baldo Esposito, l’ex presidente della commissione riforme del Consiglio regionale con Mario Oliverio, quando tra Ncd e PD sul piano nazionale era sbocciato l’amore, e primo dei consiglieri eletti di Catanzaro alle ultime elezioni regionali, questa volta con la lista Casa delle libertà (Cdl), coordinata dall’ex capogruppo regionale di Forza Italia Claudio Parente, dove hanno trovato ospitalità molti “gentiliani”.
Ospiti, appunto, non sempre fatti sentire desiderati. Lo si ricorderà, con la spartizione delle caselle degli assessorati regionali, la Cdl, che oltre ad Esposito esprime un altro consigliere regionale, Giacomo Crinò (vicino anch’esso ai fratelli Gentile), è rimasta totalmente dai giochi.
Un barlume speranza di veder riconosciuta quella che lo stesso Esposito chiama “dignità politica” vi fu quando Giorgia Meloni rinunciò, dopo l’arresto di Domenico Creazzo, alla poltrona di presidente del consiglio regionale in precedenza opzionata dai sovranisti. Allora Baldo Esposito cercò di imporre il suo nome, forte dei suoi oltre diecimila voti personali presi e dell’8,52% dei voti ottenuti dalla lista Cdl nella circoscrizione centro (più di Fdi). Invece no, la presidenza andò a Forza Italia con Mimmo Tallini, che di preferenze alle elezioni ne aveva prese duemila in meno di Esposito.
«Talvolta perdere è un dovere civico e politico, è la residua dignità di chi vive» dichiarò subito dopo la sconfitta Esposito citando “Il malpensante” dello scrittore Gesualdo Bufalino. Una dichiarazione che è parsa fin da subito più un avvertimento se letta in combinato disposto con le accuse indirizzate al collega forzista di “disegno premeditato” e di “dignità della città capoluogo interamente svenduta nell’interesse esclusivo di alcuni”.
Andò meglio con la presidenza della commissione sanità del consiglio regionale, andata a Baldo Esposito (per volere diretto di Jole Santelli) a scapito di Domenico Giannetta, ma tra i maggiorenti del centrodestra del capoluogo non si è certo fumato il calumet della pace.
Ecco perché Baldo Esposito medita la “vendetta perfetta” su Tallini che si consumerà nella città capoluogo che andrà al voto tra due anni.
In queste settimane a Catanzaro c’è più di un movimento non troppo celato per isolare il presidente del consiglio regionale. Come avvenne lo scorso gennaio in pieno clamore per l’inchiesta “Gettonopoli” quando Tallini fece annunciare pubblicamente le dimissioni dei consiglieri e degli assessori comunali di Catanzaro espressione di Forza Italia. Dimissioni mai protocollate, con un Sergio Abramo (spalleggiato dall’ex senatore Piero Aiello e da Baldo Esposito) che spavaldo rispose: «protocollate le dimissioni, io vado avanti con chi ci sta».
Certo, dopo le regionali si è trovata nuovamente la quadra, con Esposito primo degli eletti nella circoscrizione centro e Abramo che ha fatto eleggere un fedelissimo nella Lega e ha costituito un maxi-gruppo in consiglio comunale a cui ha aderito l’ormai ex capogruppo di Forza Italia Luigi Levato. Quadra sì, ma con un maxi-sfregio ai forzisti e a Tallini stesso che recentemente ha reagito (senza successo) con un tentativo di “spallata”, ossia la raccolta firme dei consiglieri comunali della sua area per sfiduciare il presidente del consiglio Marco Polimeni, delfino di Esposito-Abramo.
Profetico fu esattamente un anno fa il coordinatore di Forza Italia Catanzaro Ivan Cardamone quando dichiarò pubblicamente: «Siamo contenti che Aiello e Esposito, dopo avere votato Fratelli d’Italia alle Europee, abbiano partecipato alla riunione del Brancaccio con Toti, ritornando nell’alveo naturale dei moderati. Vedremo ora quale percorso ci sarà. Se saremo tutti assieme non sarà un problema, ma nel rispetto delle regole ognuno sarà chiamato a fare la sua parte».
Ed ecco che per la “vendetta perfetta” in soccorso potrebbero arrivare Fratelli D’Italia con Wanda Ferro che, come è noto, fa parte a pieno del club degli anti-talliniani, e Giorgia Meloni.
Le voci di un transito di Baldo Esposito, di Piero Aiello e del loro gruppo politico in Fdi si rincorrono da oltre un anno e in questo periodo ancora maggiormente.
Salvo colpi di testa destati dalla fretta di smarcarsi da un’area che li vede scomodi, galeotto sarà l’esito delle amministrative di settembre e, soprattutto, il tavolo nazionale del centrodestra che, anche se non a brevissimo, potrebbe assegnare al partito sovranista (col placet della Lega) l’espressione della candidatura a sindaco del capoluogo della Regione Calabria. In effetti, Crotone, Vibo Valentia e Cosenza sono in quota Forza Italia, mentre alla Lega è stata assegnata Reggio Calabria. Non sarebbe, pertanto, peregrino pensare che a Fdi spetterà Catanzaro. A quel punto la vendetta bramata da Aiello-Esposito-Abramo-Ferro sarà consumata e Forza Italia potrebbe fare la ruota di scorta (bucata) di un centrodestra (almeno catanzarese) fortemente de-tallinizzato. Ne vedremo delle belle.