L'assessore al ramo Fragomeni ha illustrato la manovra per il 2019 e ha puntato l'indice contro il fallimento della gestione sanitaria che fagociterà 3,5 miliardi sui 6 del bilancio
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Si è aperta ufficialmente la sessione di Bilancio a palazzo Campanella. In Commissione, dopo l’approvazione dei bilanci di alcune aziende regionali (Calabria Lavoro e Arpacal tra le altre), si è aperta la discussione sulla manovra per il 2019, sul collegato alla finanziaria e sul bilancio di previsione per gli anni 2019-2021. E’ toccato all’assessore al ramo Maria Teresa Fragomeni, coadiuvata dal dirigente generale Filippo De Cello e dalla dirigente di settore Stefania Buonaiuto, illustrare i punti salienti della manovra prima di aprire ufficialmente la fase delle audizioni. Giovedì dovrebbe concludersi il lavoro dell’organismo, prima che la palla passi al Consiglio che, verosimilmente, dovrebbe essere convocato per il 19 dicembre.
La manovra per l’anno 2019, al netto delle partite di giro (1,85 miliardi di euro circa), dell’avanzo di amministrazione applicato (204 milioni di euro), della eventuale anticipazione di cassa (nel limite massimo di 200 milioni), e del fondo pluriennale vincolato (88 milioni di euro) movimenta circa 6,2 miliardi di euro circa.
Si tratta, però, in gran parte di risorse a destinazione vincolata, vale a dire di somme il cui utilizzo può aver luogo solo per finalità stabilite da altri decisori istituzionali o con questi concordate. Rientrano in tale area le risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario regionale (3,7 miliardi di euro circa; 60%), l’annualità 2019 del Por Calabria e del Pac 2014-2020, (913 milioni di euro;14,7%), le risorse del Programma di Azione e Coesione 2014-2020 (305 milioni di euro; 4,9%), nonché ulteriori fondi di natura vincolata assegnati a vario titolo dallo Stato o da altri soggetti (433 milioni di euro circa, pari al 7%). Le entrate per mutui (40,4 milioni di euro, 0,65%) sono relative al cofinanziamento del Por 2014-2020. Le entrate libere da vincoli da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione ammontano, invece, a soli 782 milioni di euro, pari al 12,75% delle risorse attualmente iscritte in bilancio. L’assessore Fragomeni si è comunque detta soddisfatta per il lavoro compiuto dalla giunta puntando l’indice esclusivamente sul bubbone sanità.
«A parte la Sanità – ha detto la Fragomeni - le altre somme vincolate sono somme importanti destinate agli investimenti che potrebbero fare la differenza e far crescere di oltre il 2% il Pil. Delle somme di cui all'intesa Stato-Regione del maggio e ottobre 2018, 256 milioni saranno destinati all’edilizia residenziale, alle opere pubbliche, ai borghi ed alla messa in sicurezza degli istituti scolastici. L’anello debole della catena – ha sottolineato l’assessore al Bilancio - è rappresentato dalla sanità, che incide per 3,5 miliardi e non ha garantito il rispetto degli standard previsti e sulla cui gestione si è registrato un vero fallimento tanto da indurre la Presidenza della regione a ricorrere in sede di Corte Costituzionale nel tentativo di riportare la sanità ad una gestione ordinaria». La legislatura, insomma, si apre come era inizata: con il governo regionale avvitato sulla sanità, sanguisuga delle risorse regionali.
Riccardo Tripepi