Dopo gli interventi introduttivi di Spirlì e del commissario ad acta, il dibattito sulla sanità si infiamma con l'intervento del consigliere leghista che si scaglia contro la gestione dell'emergenza
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Si avvia sonnacchioso il dibattito sulla sanità in Consiglio regionale dopo gli interventi iniziali del presidente facente funzioni Nino Spirlì e del commissario ad acta Guido Longo.
Gli interventi in maniera bipartisan hanno sottolineato i fallimenti del commissariamento e la necessità di voltare pagina. Giuseppe Graziano (Udc) ha evidenziato le pecche di una campagna di vaccinazione, sia a livello nazionale che regionale «sono stati vaccinati soggetti che non dovevano essere trascurando i fragili», mentre il capogruppo del Pd Domenico Bevacqua ha insistito sulle «inefficienze della piattaforma di prenotazione» e chiesto un «coinvolgimento dei sindaci nella campagna».
La scossa al dibattito arriva da Pietro Molinaro, compagno di partito del presidente Nino Spirlì nella Lega di Salvini, ma evidentemente in rottura completa con il facente funzioni.
«Abbiamo ascoltato soltanto un elenco negativo delle cose che non vanno – ha detto Molinaro - non abbiamo sentito nulla in ordine al piano per il futuro. Né lei commissario Longo ha allontanato nessuno di coloro che sono stati indagati o hanno pagato tre o quattro volte le fatture. Ho grande stima per quello che ha fatto prima di diventare Commissario – ha detto Molinaro – ma la invito a dimettersi perché è inadeguato per questo ruolo».
In pratica Molinaro va al muro contro muro con Spirlì che nel suo intervento introduttivo aveva lodato l’operato del commissario Longo. Molinaro, appena qualche giorno fa, da presidente della VI Commissione si era reso protagonista della bocciatura del piano di promozione turistica approntato dalla giunta. E seppure il parere negativo della Commissione non ha avuto esiti concreto, la rottura politica era stata evidente. Dopo il dibattito in Aula è ancora più chiaro il livello di tensione che si respira all’interno della Lega in Calabria.