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Il prossimo 30 novembre torna a riunirsi il Consiglio regionale. Ma all’ordine del giorno non ci sarà il dibattito sulla sanità che pure era stato annunciato, quasi promesso, durante l’ultima seduta entro la fine del mese. E cioè prima che Mario Oliverio tenga fede alla sua promessa-minaccia e vada ad incatenarsi a palazzo Chigi in segno di estrema protesta contro il commissariamento della sanità e la presenza di Scura in Calabria. Nelle successive riunioni dei capigruppo questa esigenza è andata via via sfumando fino a trasformarsi nell’esatto contrario: “considerato che si è in attesa di sviluppi sulla situazione rimandiamo la discussione a quando tutto sarà più chiaro”. In pratica quello che succede dall’inizio della legislatura. E sono passati due anni e mezzo.
Esce Magno, rientra Salerno
La massima Assemblea elettiva calabrese, invece, si concentrerà sul nuovo valzer di poltrone innescato dalla magistratura. Nazzareno Salerno che non è più sottoposto a misure cautelari nell’ambito del processo “Robin Hood” potrà tornare a riprendersi il suo scranno fin qui occupato dal primo dei non eletti Mario Magno che ha già dato il suo saluto agli elettori tramite facebook. «Cari amici, a seguito della scadenza dei termini di custodia cautelare il consigliere Salerno giorno 21 novembre è rientrato al Consiglio regionale. Pertanto essendo io subentrato momentaneamente, ho finito il mio periodo di supplenza quale Consigliere regionale ed ho ripreso da oggi il mio lavoro al Ministero dell'Interno. Ringrazio tutti per il sostegno e l'affetto dimostrato in questi 7 mesi di mandato. Ho svolto con impegno, a difesa della mia città e dell'intera Calabria, l'attività senza risparmiarmi sia nell'affrontare i problemi che nel proporre leggi utili. Rimango a svolgere l'attività politica in Forza Italia con la prospettiva di un futuro impegno elettorale e nelle istituzioni. Un grazie a tutti voi per il sostegno datomi e per quello, che sono certo, continuerete a darmi. Un abbraccio».
La nuova elezione del segretario questore
Ben più interessante l’altro cambio di poltrona che sarà determinato nel corso della prossima seduta e che riguarda l’elezione del segretario-questore di minoranza all’interno dell’Ufficio di presidenza. Per effetto di altra sentenza durante l’ultima seduta di Consiglio Gianluca Gallo ha preso il posto di Giuseppe Graziano che era stato eletto segretario-questore in occasione del rinnovo dell’Ufficio di presidenza.
Graziano aveva battuto il candidato di Forza Italia Mimmo Tallini grazie all’alleanza trasversale che orchestrata da Pino Gentile aveva messo nell’angolo il partito degli azzurri. Adesso la questione si ripropone nonostante i capigruppo di minoranza abbiano (Nicolò e Orsomarso soprattutto) abbiano tentato di aggirare il problema proponendo una sorta di “scorrimento della graduatoria” e, dunque, la nomina di Mimmo Tallini come primo dei non eletti. La proposta non è stata considerata ricevibile dal presidente Irto e dai tecnici di palazzo Campanella che, consultando norme e prassi, hanno optato per procedere ad una nuova votazione.
La minoranza vuole Tallini e chiederà al centrosinistra di astenersi
Che succederà adesso? La minoranza vuol chiedere al centrosinistra di astenersi dalla votazione e di lasciare che siano i gruppi di opposizione a scegliere i proprio rappresentanti all’interno dell’Ufficio di presidenza. La sensazione, però, è che le cose possano andare assai diversamente. L’asse tra Pd e Alternativa popolare è sempre più forte. E per quello che trapela dal nazionale Alfano ha ormai deciso di replicare anche per le prossime politiche l’alleanza con Renzi, così come avvenuto alle regionale della Sicilia. Ed allora in Consiglio potrebbe andare in onda un nuovo psicodramma per il centrodestra. Un candidato “gentiliano” per arrivare all’obiettivo già ci sarebbe ed è Baldo Esposito, ex presidente della Commissione “Riforme”. Proprio l’unica Commissione per la quale non è stato disposto il rinnovo dell’Ufficio di presidenza e che è ancora in stand-by.
Come si ricorderà al momento del rinnovo delle Commissioni, all’interno dell’organismo è arrivato per il centrosinistra Francesco D’Agostino, ex vicepresidente del Consiglio regionale, che potrebbe essere chiamato a guidare l’organismo al posto di Esposito. Il condizionale è d’obbligo perché si sta attendendo la fine di procedimento giudiziario in cui è rimasto coinvolto.
Ed allora perché non portare Esposito verso la carica di questore di minoranza? I numeri Gentile ha dimostrato più volte di averli e lo stringersi dei rapporti tra Pd e Ap a livello nazionale pare essere un ulteriore via libera verso una soluzione che già provoca sudori freddi tra i banchi del centrodestra.
Riccardo Tripepi