Il giallo del tesseramento ora minaccia lo sfidante di Nicola Irto. La Commissione di garanzia dopo l'annullamento di alcune sottoscrizioni ha dato tempo fino a domenica alle 17 per integrare la documentazione della candidatura
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Polemiche, comlpi di scena e veleni. Benvenuti al congresso del Partito democratico calabrese che ha appena preso il via venerdì sera con la prima scadenza: la presentazione delle candidature per la segreteria regionale. Come si sa, a Lamezia ne sono state ammesse due, quella di Nicola Irto e quella di Mario Franchino. Con quest’ultimo che aveva contrassegnato il suo cammino di avvicinamento a Lamezia, quartier generale del Partito democratico, con i ricorsi alla Commissione nazionale e regionale di garanzia.
Rimanendo però nell’ambito delle procedure di verifica delle candidature da parte della Commissione regionale, sembrano trovare fondamento le voci che venerdì sera si rincorrevano a Lamezia circa alcuni problemi, classificati come burocratici, riguardanti almeno uno degli incartamenti sotto esame.
Problemi che oggi sono venuti a galla, in un intreccio di pasticci che penalizzano Mario Franchino. D’altra parte il numero dei tesserati sub iudice è cresciuto nel corso del tempo e quelli che sono stati “depennati” dalla Commissione hanno colpito proprio il politico di Trebisacce. La conta finale ha infatti fatto scendere le sottoscrizioni della candidatura sotto la soglia minima delle 250 firme. Un colpo di scena a metà, se vogliamo, viste le premesse di queste giorni. Ma per Franchino non si sono chiuse le porte dell’Assemblea regionale, perché la Commissione di garanzia, evidentemente riconoscendo i pasticci delle ultime ore, ha dato un termine a Franchino per adeguarsi. L’ex consigliere regionale avrà tempo fino a domenica alle 17 per “integrare” e quindi poter partecipare al congresso.