Una candidatura con riserva. All'inizio Marco Minniti ha impiegato tantissimo tempo per sciogliere i suoi dubbi in ordine alla discesa in campo in vista del prossimo congresso nazionale. Adesso, dopo averlo fatto, è di nuovo in riflessione. Stavolta deve decidere se ritirarsi o meno dalla competizione. La decisione dovrebbe essere presa a brevissimo e comunque entro il 12 dicembre, data in cui scade il termine per il deposito delle candidature.


Che la situazione sia critica lo dimostrano non solo le indiscrezioni di stampa, ma anche la circostanza che Minniti abbia annullato per questa fase la partecipazione a trasmissioni radiofoniche e televisive. La possibilità che si arrivi al ritiro è concreta e lo hanno capito anche i big renziani che ieri hanno svolto una riunione riservata alla Camera per affrontare la questione.
Ettore Rosato, Lorenzo Guerini e Luca Lotti hanno discusso a lungo per verificare le possibilità di recupero con l'ex ministro dell'Interno. Anche se i margini appaiono stretti. Minniti è contrariato dalla freddezza di Renzi in questo avvio di campagna elettorale e dai continui spifferi sulla possibilità che venga fondato un nuovo partito. I sondaggi poi sono sempre peggiori con Nicola Zingaretti a sfiorare il 40% e Minniti sotto al 32%, tallonato da Maurizio Martina al 29% che beneficia dell'apporto di Matteo Richetti dopo la rinuncia alla candidatura.
I prossimi giorni saranno decisivi, ma anche se non dovesse esserci il ritiro pare chiaro che la candidatura di Minniti debba considerarsi parecchio indebolita.


In Calabria sono in tanti, adesso, ad essere spiazzati. A partire da chi come Antonio Viscomi, ad esempio, aveva subito sposato la causa dell'ex ministro dell'Interno lasciando Delrio e sperando di poter concorrere alla guida del partito regionale. Stesso discorso per i sindaci firmatari della petizione con la quale fu chiesto a Minniti di candidarsi, primo fra questi Giuseppe Falcomatà. In mezzo al guado anche il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e l'ex deputato Demetrio Battaglia al quale è stata affidata la campagna elettorale in Calabria. Entrambi potrebbero ripiegare su Martina. Ernesto Magorno non si muove di un passo dalle posizioni di Renzi e Lotti, cosi come Mimmetto Battaglia.


Chi se la ride è il govenatore Mario Oliverio mai così contento di avere fatto, con tempismo perfetto, la scelta di schierarsi con le sue truppe su Nicola Zingaretti. Dovesse confermarsi questo quadro, c'è da scommettere che il governatore, di concerto con Enza Bruno Bossio e Nicola Adamo, non farà prigionieri sia in vista dei congressi che delle prossime elezioni.

Riccardo Tripepi