I Democratici per la Calabria – la fronda interna all’opposizione – non molla la presa e continua a contestare metodi e modi della fase congressuale indetta dal partito democratico nelle prossime settimane.
«Dalla lettura attenta del regolamento approvato dalla direzione regionale venerdì scorso – riferiscono in una nota – emergono scelte e decisioni poco compatibili, se non in netto contrasto, con i principi di democrazia interna e partecipazione, elementi fondanti del Pd, contenuti nello stesso statuto del partito».

Sulla partecipazione

Il regolamento congressuale stabilisce che “la data di svolgimento delle elezioni del segretario regionale e dell’assemblea regionale è fissata i giorni 16, 17 e 18 maggio 2025”, ovvero «ad una settimana da importanti scadenze elettorali amministrative che vedono coinvolti ed impegnati molti comuni importanti della nostra Regione, tra cui Lamezia e Rende, per citare i più importanti». E «questo potrebbe creare tensioni all’interno del partito con ripercussioni sulle elezioni amministrative».

Sulla democrazia

«Punto cardine della democrazia interna – proseguono i DpC – è il rispetto e le garanzie per le minoranze. Leggiamo, sempre nel regolamento congressuale, sia i termini per la presentazione delle candidature a segretario regionale che quelli per la presentazione delle liste all’assemblea regionale collegate al candidato segretario. Per le liste all’assemblea regionale, collegate ai segretari, è previsto che “le liste devono essere sottoscritte da almeno 100 iscritti per Federazione” senza alcun principio di proporzionalità con il numero degli iscritti delle singole Federazioni. Per la Federazione di Cosenza, che per il 2024 ha 2267 iscritti, per presentare la lista all’assemblea regionale bastano solo le firme del 4,5% dei tesserati, mentre per le Federazioni più piccole, che da informazioni sommarie ricevute (non si conosce ancora l’anagrafe degli iscritti) hanno circa 300 tesserati, rispettando il criterio del regolamento di 100 firme, la percentuale sale al 30% dei tesserati, quasi un terzo degli iscritti a quella Federazione». Sarebbe stato meglio, a loro dire, «prevedere una raccolta di firme proporzionata in percentuale al numero di iscritti».

Ciò che preoccupa maggiormente i DpC «è il rischio che la platea congressuale, essendo ormai così ridotti i numeri degli iscritti nella nostra Regione, possa essere stravolta e falsata dal comma 2 dell’art. 5 del Regolamento: “Partecipano con diritto di parola e di voto…. Tutti i nuovi iscritti 2025 al Pd con modalità online, che si iscrivano entro il 16 aprile”. Quindi, in teoria, i nuovi iscritti potrebbero essere anche superiori di numero agli iscritti dell’anno precedente. Per evitare questi rischi, nei congressi precedenti, era previsto un limite percentuale ai nuovi iscritti in relazione agli iscritti dell’anno precedente».

Dubbi, peraltro, alimentati anche «dalle esperienze poco edificanti del passato quando, in alcuni circoli, il tesseramento nella fase congressuale arrivava quasi alla media di un tesserato ogni due elettori di quel comune, rapporto che non è mai esistito nella storia repubblicana italiana, neanche al tempo della Prima Repubblica, quando esistevano i partiti di massa».

I Democratici per la Calabria concludono augurandosi che queste loro riflessioni, «frutto di una voglia di favorire la partecipazione democratica» facciano «riflettere gli organismi regionali ed il segretario, per porre immediato rimedio e consentire un democratico, partecipato e propositivo congresso a tutti i livelli. Certamente continueremo nella nostra azione ed iniziativa politica fuori e dentro il partito, perché quei tanti che si sono allontanati o sono stati costretti a farlo – concludono – tornino ad essere protagonisti nella costruzione di una proposta politica alternativa ed elettorale all’attuale centrodestra, in Calabria».