La maggioranza fa mancare il numero legale dopo l'assenza dei consiglieri del Pd. Ma c’è chi è pronto a votare per il ritorno del collega sottoposto all’obbligo di dimora nell’ambito dell’inchiesta Rinascita-Scott
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Ancora una seduta di Consiglio comunale a Vibo Valentia che decide…di non decidere. Oltre due ore di riunione dei consiglieri di maggioranza hanno partorito l’uscita dall’aula al momento del voto sul secondo punto all’ordine del giorno, ovvero la reintegra del consigliere comunale del Pd, Alfredo Lo Bianco, sottoposto all’obbligo di dimora a Vibo in quanto indagato per un reato elettorale – aggravato dalle finalità mafiose – nell’ambito della storica operazione “Rinascita-Scott” che a dicembre l’aveva fatto finire agli arresti domiciliari.
La maggioranza lascia l'aula
Dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Rino Putrino, e del sindaco Maria Limardo che hanno ricordato le vittime dell’alluvione del 3 luglio 2006 (evento che ha fatto registrare martedì l’assoluzione in sede penale di 14 imputati), la maggioranza ha preferito uscire dall’aula al momento del voto sul reintegro in Consiglio di Alfredo Lo Bianco. In aula sono infatti rimasti i soli consiglieri Comito, Pileggi, Franzè e Putrino. Salta il numero legale, dunque, e per la seconda volta di fila la reintegra di Lo Bianco non viene neppure affrontata. La maggioranza, infatti, ha preteso che in aula fossero presenti i consiglieri comunali del Pd al cui gruppo appartiene attualmente Alfredo Lo Bianco.
La posizione di Comito
L’orientamento della maggioranza è quello di astenersi su tale pratica, lasciando la “patata bollente” al Pd. L’uscita dall’aula da parte dei consiglieri di maggioranza si è registrata nonostante fra i consiglieri c’è chi – come Pietro Comito – ha manifestato l’intenzione di votare per il reintegro di Alfredo Lo Bianco. «Il Consiglio non può rimanere ingessato, specie quando ci sono punti così importanti da discutere e specie quando ci troviamo davanti ad una nota della Prefettura che ci dice chiaramente che il consigliere va reintegrato. Io ero qui in aula ad esprimere il mio voto favorevole se la maggioranza avesse tenuto il numero legale e me lo avesse consentito».
Il caso Lo Bianco
Nulla da fare, dunque, per la “pratica Lo Bianco”, con una maggioranza che non vuole assumersi la responsabilità di votare la reintegra di un consigliere indagato in un’inchiesta antimafia, ma che al tempo stesso chiude gli occhi su quanto emerge nella stessa inchiesta nei confronti dei propri consiglieri e dei loro stretti congiunti. Dal canto suo, il Pd dopo aver accolto nel partito il ritorno di Alfredo Lo Bianco non è poi presente in aula per votare la reintegra. Uno “spettacolo” di cui la città farebbe volentieri a meno.