Duro attacco del gruppo Patto per Falerna all’ormai ex primo cittadino: «Ha creato un terrorismo mediatico da brividi, insultato turisti, emanato ordinanze sindacali al limite della legittimità»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«Termina con largo anticipo la più sciagurata e disastrosa sindacatura della storia di Falerna». Ancora una nota al vetriolo contro l’ormai ex sindaco Daniele Menniti. Dopo gli strali della maggioranza, stavolta a spiegare le ragioni delle dimissioni sono quattro consiglieri della minoranza del gruppo Patto per Falerna Angelino Renne, Iole Mendicino, Giovanni Costanzo e Giovanni Floro.
Toni ed espressioni forti quelle usate per descrivere il clima all’interno dell’amministrazione e i rapporti con il sindaco, rapporti sempre più sfilacciati fino ad arrivare alla rottura. «Al contrario di quanto affermato da qualcuno nelle scorse ore, questa breve esperienza da sindaco di Daniele Menniti, è stata caratterizzata principalmente dalla sua totale miopia e inadeguatezza nel gestire la collettività, oltre che da una dannosissima azione amministrativa deleteria per l’ente e per i cittadini» affermano senza mezzi termini i tre ex esponenti dell’assise.
«Il presunto cambiamento - aggiungono di cui l’ex sindaco sarebbe stato portatore e su cui ha concentrato la sua campagna elettorale, lo abbiamo visto dal modo in cui ha trattato cittadini, supporter, dipendenti e amministratori comunali. Durante questi mesi - accusano - vani sono stati i tentativi di collaborazione; tant’è vero che nello svolgimento dei vari consigli comunali abbiamo dovuto subire invettive diffamatorie sue e di qualche consigliere a lui vicino politicamente e professionalmente».
«Abbiamo toccato letteralmente il fondo quando il sindaco durante gli ultimi mesi estivi ha creato attorno al nome di Falerna un terrorismo mediatico da brividi, insultando turisti, emanando ordinanze sindacali al limite della legittimità e compiendo azioni che lasciavano presagire che la nostra comunità fosse ostaggio di chissà quali torbide inciviltà. Lo scioglimento del consiglio comunale - spiegano - si è reso necessario per porre fine ad un’esperienza amministrativa che ha generato nel paese una inaccettabile situazione di degrado istituzionale».
«Per questo non potevamo lasciare alla guida del paese un sindaco che aveva scambiato la cosa pubblica come un bene di sua proprietà. Essere sindaco non significa ricoprire una postazione di potere, bensì mettersi umilmente al servizio dei cittadini. Con estrema franchezza - incalzano - possiamo affermare che questa è stata una sindacatura da “macchina del fango”, improntata esclusivamente nel solco della calunnia e della menzogna».
«Il 17 novembre 2020 si è aperta ufficialmente una nuova fase per Falerna. Nei prossimi mesi ci toccherà ricostruire nuovamente il tessuto sociale lacerato dalle tante falsità, anche se fortunatamente, in questi diciotto mesi, abbiamo sempre avuto al nostro fianco tanti cittadini e sostenitori; sono loro - concludono - oggi, a sentirsi liberi dall’opprimente azione vessatoria dell’ormai ex sindaco Daniele Menniti. W Falerna e W i falernesi liberi».