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I debiti privati di Mario Occhiuto rischiano di trasformarsi in una questione di interesse pubblico all’indomani della sentenza con la quale il giudice del tribunale di Cosenza Assunta Gioia, ha dichiarato la pignorabilità per intero dell’indennità di carica del sindaco stabilendo quindi che il comune avrebbe dovuto trattenerla per soddisfare i creditori.
Ricorso al giudice presentato da Equitalia Sud
La vicenda prende spunto dal ricorso avanzato da Equitalia Sud. La società di riscossione, per recuperare da Mario Occhiuto la somma di 1.770.000 euro, ha richiesto di pignorare l’indennità di mandato mensilmente liquidata al primo cittadino. Gli uffici comunali però, hanno risposto picche, sostenendone la impignorabilità sulla base di quanto disposto dalla legge 1261/65 che però disciplina l’indennità spettante ai membri del Parlamento.
Gli enti locali sono sosttoposti ad altra disciplina giuridica
Secondo il giudice, invece, la normativa di riferimento per gli enti locali è quella contenuta nel decreto legislativo 267/2000 in cui non si parla affatto di impignorabilità delle indennità di mandato. Pertanto, in applicazione del principio generale di piena pignorabilità di qualsiasi credito vantato verso terzi dal debitore, Equitalia aveva titolo ad incassare dal comune l’indennità di mandato destinata al sindaco. In sostanza: Mario Occhiuto è debitore verso Equitalia Sud e, contemporaneamente, creditore dell’indennità di mandato verso il comune di Cosenza. Di conseguenza il comune deve versare l’indennità ad Equitalia Sud e non a Mario Occhiuto, fino al ristoro dell’intero ammontare del credito. Il dispositivo ha effetto a decorrere dalla data in cui il pignoramento è stato notificato. Sulla base di questa sentenza il comune di Cosenza dovrà farsi restituire le indennità già erogate al sindaco per ottemperare all’obbligo di versarle nelle casse di Equitalia Sud.
L'opposizione accusa: il Comune si fa carico dei debiti del sindaco
La questione, di cui già si era molto discusso nella campagna elettorale per le amministrative, sarà oggetto di una conferenza stampa dell’esponente Pd e leader de “La Grande Cosenza” Carlo Guccione, convocata per le ore 11 di venerdì 2 marzo. In una nota l’opposizione a Palazzo dei Bruzi denuncia le conseguenze di una sentenza che di fatto «condanna il comune a risarcire Equitalia facendosi carico dei debiti privati del sindaco. Ci sono questioni che non possono più essere nascoste – si legge nel comunicato - È un diritto di tutti i cosentini essere informati sulla situazione attuale delle casse comunali». Inoltre, i consiglieri comunali dell’opposizione hanno chiesto al sindaco Mario Occhiuto, al segretario generale e all’avvocatura comunale di accedere agli atti per sapere «con immediatezza se la sentenza n.53/2018 pubblicata il 09.01.2018 RG n. 2739/2014 è stata notificata al Comune di Cosenza; se sono state accantonate le somme che la sentenza del giudice ha ritenuto illegittime; se e quando è stata richiesta al sindaco la restituzione delle somme a cui si riferisce la sentenza». I consiglieri chiedono inoltre di sapere «se a parere degli uffici, alla luce della sentenza, al momento in cui ha accettato l’elezione l’attuale sindaco fosse incompatibile».
I dubbi di Sergio Nucci
Ma c'è un'altra questione sollevata da Sergio Nucci, dell'associazione politica Buongiorno Cosenza. «Il Comune potrebbe decidere di impugnare la decisione per invocarne la modifica; se dovesse avere ragione, cosa della quale è lecito dubitare, nulla dovrà ed Equitalia dovrà vedersela direttamente con il sindaco, con gli intuibili problemi di esecuzione. Sorgono allora alcune domande - scrive Nucci in una nota - Chi deciderà che cosa fare?» Secondo l'esponente di Buongiorno Cosenza siamo in presenza di un conflitto di interessi tale da determinare l'incompatibilità di Mario Occhiuto con la carica di primo cittadino. Nucci osserva come le posizioni di Mario Occhiuto e del comune di Cosenza siano confliggenti. «Che cosa decideranno di fare sindaco e giunta? Val la pena rilevare come anche il non fare niente si tradurrebbe in una scelta significativa. Che cosa avete intenzione di fare? È doveroso, oltre che lecito, chiederlo. E nell’ipotesi in cui le somme dovessero essere erogate al creditore pignorante, il comune attiverà o meno il recupero coattivo? Ha previsto l’attivazione di procedure cautelari a tal fine? Il danno erariale è dietro l’angolo: i componenti della giunta e gli uffici hanno contezza del problema? E il collegio dei revisori? Qualcuno ci dia una risposta, per favore».
La difesa di Carmelo Salerno
Il coordinatore provinciale di Forza Italia e consigliere comunale di maggioranza Carmelo Salerno, assume invece la difesa del sindaco: «Puntualmente ad ogni campagna elettorale il peggio della mala politica cosentina scaglia pietre imprudentemente contro Mario Occhiuto. Si tratta di donne e uomini non solo sconfitti dai cittadini e dalla storia ma che, tra una campagna elettorale e un'altra, sono stati assunti negli uffici pubblici, hanno sistemato parenti fino alla settima generazione ed hanno avuto finanche il blocco dei conti correnti per avere fatto la cresta sui soldi pubblici». Salerno si riferisce all'assunzione di Carlo Guccione nei ranghi del consiglio regionale in seguito al famigerato concorsone riservato ai portaborse ed alla vicenda giudiziaria relativa alla cosiddetta rimborsopoli calabrese. «Figli di uomini politici che non hanno mai lavorato e che hanno succhiato il sangue dei cosentini e dei calabresi si uniscono a figli di generazioni ipocrite che hanno pensato solo al loro tornaconto personale. Passi per Guccione, che è ormai un urlatore senza credibilità, ma è inconcepibile che chi dovrebbe mettersi una maschera per la vergogna che porta con sè si erga a moralista da strapazzo. Ora, in vista della grande batosta che il PD prenderà alle elezioni politiche - sottolinea Carmelo Salerno - dobbiamo sorbirci pure l'ennesima conferenza farsa. Tutto questo accade mentre una Regione di impresentabili, con Asp come quella di Cosenza protagoniste di fatti vergognosi, tira a campare invece che tirare le cuoia mettendo fine ad una gestione indegna. I comunisti sono spariti dalla storia ma il comunismo è duro a morire».
Salvatore Bruno