La Giunta approva il risultato di amministrazione presunto in vista del voto sul bilancio in consiglio comunale. Il rosso da ripianare passa dagli 87,7 milioni di fine 2018 agli oltre 196 milioni di un anno dopo
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«È stata azzerata l’imponente mole debitoria ereditata, pari a circa 150 milioni di euro. (…) La scadenza del progetto di risanamento, inizialmente prevista per il 2022, può essere raggiunta entro l’esercizio del 2018». Con queste parole, in bella mostra al punto numero 1 del suo programma, Mario Occhiuto si (ri)presentò agli elettori cosentini, convincedoli a tributargli ancora più voti di quelli conquistati cinque anni prima che il consiglio comunale lo sfiduciasse a pochi mesi dalle Amministrative del 2016. Il risanamento, è cosa nota, non è mai arrivato e dovranno occuparsene i commissari liquidatori arrivati in seguito alla dichiarazione di dissesto, datata novembre 2019. Ma i conti prima del default erano davvero migliorati? La risposta si può leggere nella “Tabella dimostrativa del risultato di amministrazione presunto” al 31 dicembre 2019, approvata ieri dalla Giunta guidata dallo stesso Occhiuto. E smentisce in tutto e per tutto l'ormai datata promessa elettorale del sindaco.
Il disavanzo da ripianare cresce
Il disavanzo tra la notte di San Silvestro del 2018 e quella dell'anno scorso è cresciuto di quasi 110 milioni di euro. E nel conto potrebbero finire ulteriori debiti fuori bilancio che non sono stati ancora quantificati da tutti gli uffici comunali. Non che la situazione fosse particolarmente rosea anche nel triennio precedente, quello cioè dalle ultime Amministrative al 31 dicembre 2018. Eppure dei timidi segnali di miglioramento non erano mancati. Il disavanzo da ripianare, infatti, era stato di circa 94,5 milioni per il 2016, scesi a 91 nel 2017 per calare fino a 87,7 dodici mesi dopo stando alle tabelle delle annate in questione. Un risultato ben lontano dal traguardo strombazzato in campagna elettorale – con tre milioni di riduzione media ogni anno per far quadrare i conti sarebbe stato necessario attendere una trentina d'anni per raggiungerlo e non il 2022 stimato inizialmente o, tantomeno, il 2018 – ma che comunque nel suo piccolo rappresentava un trend positivo.
Il buco sfiora i 200 milioni
Il 2019 però è l'annus horribilis di Palazzo dei Bruzi. Sull'ente si è abbattuta la scure della Corte dei Conti e, per la prima volta nella storia, è arrivata la dichiarazione di dissesto. Ci sono commissari liquidatori oggi in municipio, con il compito di rimettere in cinque anni il bilancio in ordine e pagare i creditori. Hanno ordinato agli uffici di effettuare una dettagliata ricognizione dei conti comunali. Ieri la Giunta ha sottoscritto una serie di delibere in vista del voto in Consiglio sul bilancio preventivo 2020 e in una, la 54/2020, ha approvato la somma che andrà iscritta tra le spese come disavanzo da ripianare. Sono quasi 200 milioni di euro: 196.163.093,37 per l'esattezza. Più del doppio della novantina di milioni che risultavano nelle tre annate precedenti.
Erano sbagliati i conteggi del passato o ci si è dati a spese pazze nel 2019, tali da allargare il buco nelle casse di altri 110 milioni anziché ridurlo come si doveva? In entrambi i casi, chi ha approvato quei bilanci non rimedia una gran figura. E se il disavanzo è davvero cresciuto così tanto solo tra il 2018 e il 2019 dovrebbe spiegarne il perché, magari senza chiamare in causa eredità del passato. Escludendo una brevissima pausa, l'attuale amministrazione è in carica dal 2011 ormai.
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