VIDEO | All’indomani del rimpasto di giunta ufficializzata ieri dal sindaco di Catanzaro Abramo, l’ex consigliere di minoranza, tra i pochi a rassegnare le dimissioni, ha spiegato le ragioni della sua scelta
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Non sono bastati né l’inchiesta Gettonopoli, né la sfiducia al sindaco da parte della maggioranza per far cadere l’Amministrazione Abramo. Né, tantomeno, sono servite le dimissioni di 5 consiglieri di minoranza (Celia, Notarangelo, Bosco e Fiorita). Ieri il sindaco ha ufficializzato la nuova giunta, riconfermando quasi tutti gli assessori e a breve si procederà con le surroghe dei consiglieri che prenderanno il posto dei dimissionari. Tra questi, Roberto Guerriero, non indagato nell’inchiesta, che difende comunque la sua scelta e punta il dito contro chi le ha prima annunciate e poi ritirate.
«Io sorrido davanti a quanto accaduto nella maggioranza – ha detto Guerriero – perché per quanto mi riguarda la mia firma ha un valore, il mio nome ha un valore ed i nomi degli altri consiglieri, che insieme a me si sono dimessi, hanno un valore. Se si sottraggono dalla responsabilità di aver firmato un documento e fanno finta che non sia successo niente, è fuori di dubbio che qualcosa sia accaduto visto che il documento che era stato firmato dagli esponenti di Forza Italia era particolarmente feroce nei confronti del sindaco».
«Le ragioni che mi hanno portato a dimettermi dal ruolo di consigliere comunale – ha spiegato Guerriero -, risiedono tutte nella constatazione che - in seguito all’inchiesta della Procura definita ‘Gettonopoli’ che ha visto 29 su 32 consiglieri comunali destinatari di un avviso di garanzia - è venuta meno la credibilità, etica prima di tutto, di un percorso comune avviato nell’interesse dell’intera comunità di Catanzaro nel 2017”.
«È venuta meno la credibilità etica»
“Quello che è accaduto – dice ancora Guerriero - e non mi riferisco all’aspetto giudiziario della vicenda, poiché sono certo che i colleghi sapranno a chiarire la propria posizione davanti agli inquirenti, e sarà la magistratura ad avere l’ultima parola in merito, lascia lacerazioni profonde nel rapporto tra i consiglieri comunali, sia di maggioranza che di minoranza, e la città. Il giornalista Massimo Giletti, nel corso delle trasmissioni televisive che si sono succedute, non ha fatto altro che spettacolare quello che è nei fatti: l’inadeguatezza di una classe politica che ha fallito, da diversi punti di vista. Va dato merito all’associazione “I Quartieri” che con lungimiranza e coraggio hanno sollevato e denunciato i problemi che oggi portano al clamore mediatico».
«Consiglio delegittimato»
Secondo Guerriero, il Consiglio ha perso di credibilità e «i catanzaresi non meritano di passare agli occhi dell’intero Paese come una comunità passiva e rassegnata ad essere rappresentata da una classe politica che ne sfrutta il bisogno, continuando a spacciare per la cortesia di un favore quelli che sono diritti sacrosanti. Ci sono consiglieri che hanno costruito carriere sullo sfalcio dell’erba, pacchetti di voti alimentati a suon di certificati all’anagrafe».
«Questo consiglio comunale è stato delegittimato dall’inchiesta – ha dichiarato - che vede coinvolto praticamente l’intero consiglio comunale perché mette in evidenza l’interesse economico nell’esercizio della funzione pubblica: nonostante le diverse e distinte posizioni dei colleghi interessati, si getta comunque un’ombra sull’operato dell’intera amministrazione che ci descrive tutti come inetti e corrotti, e di riflesso espressione di una comunità che non è in grado di scegliere i migliori, in termini di capacità etiche e morali. Un consiglio comunale delegittimato, non più credibile. Da un lato abbiamo consiglieri comunali che non hanno nulla da nascondere e per non recare pregiudizio alla città di Catanzaro ha inteso tempestivamente dimettersi. E dall’altro – dice ancora Guerriero – ci sono i tanti che non curanti del danno che questa circostanza sta producendo ai catanzaresi, continuano imperterriti a restare “incollati” alla propria poltrona, adducendo fantasiose giustificazione di attaccamento e bene di Catanzaro. Affermo senza esitazione alcuna che le due posizioni non sono comparabili».
Il silenzio del sindaco
L’ex consigliere ha tenuto ad evidenziare che le sue dimissioni non sono una ammissione di colpa, ma «esattamente il contrario, supportato anche da una seria assunzione di responsabilità che vede il valore dell’etica come fondamento razionale dell’agire di un brava persona prima, e di un bravo amministratore dopo». Aggravante di ciò è «il vergognoso atteggiamento del primo cittadino di Catanzaro che con non curanza alcuna si sottrae ad una delle sue dirette responsabilità: rappresentare e difendere la città di Catanzaro dai tanti attacchi mediatici che rappresentano la massima assise del capoluogo come un coacervo di malfattori».
«Attaccati alla poltrona»
Guerriero non comprende come «il Sindaco possa pretendere di mantenere in vita una giunta che si basa sul voto dei consiglieri comunali di maggioranza che hanno dato prova inconfutabile di disinteresse verso i problemi della città. Una città allo sbando, – continua ancora Guerriero - tradita dai suoi amministratori, con il primo cittadino in testa, ancorati alla sedia, sempre più traballante, motivati esclusivamente dall’autoconservazione».
Il fallimento di una intera classe dirigente della città si evince non solo per via della vergognosa vicenda legata alle commissioni ed alle presunte assunzioni fittizie ma soprattutto dal continuo riposizionarsi di consiglieri comunali ondivaghi che ancora oggi si dichiarano a sinistra, finanche sostenendo ed imponendo alle ultime regionali candidati del centrosinistra e che di fatto garantiscono, per questioni a noi ignote, la tenuta della maggioranza al sindaco (ancora per poco) in carica. Una maggioranza consiliare equivoca, ampia in termini numerici che di fatto ha tradito il mandato degli elettori. Una maggioranza che si fonda sul compromesso al ribasso e che calpesta, ignorandoli, i bisogni dei catanzaresi. E rischia di tenere in vita un Consiglio comunale che potrebbe trovarsi, di qui a poco, ad avere alla testa un sindaco leghista. Non resta che attendere come e quando Abramo passerà all’incasso».
«Scuole fatiscenti, viabilità disastrata, servizi sociali inesistenti, strutture sportive chiuse ed inagibili, spazzatura dislocata ovunque sono queste solo alcune delle cattive eredità che questa amministrazione targata Abramo ci lascia – dice ancora Guerriero -. Il paradosso è che la nuova giunta appena nata potrà contare non più del solo sostegno di una maggioranza oramai strenua sostenitrice del proprio esclusivo interesse ma è anche frutto di un trasversalismo senza precedenti. Tant’è che il mio appello alle dimissioni pubblicato in data 20 gennaio ha visto raccogliere le adesioni dei soli consiglieri Celia, Notarangelo, Bosco e Fiorita. Gli altri hanno preferito mantenere il loro privilegio a discapito della valutazione politica ed etica del messaggio».
«Alzare la testa»
e ha concluso con un appello rivolto all’intera città ricordando le parole di Montesquie: “La tirannia di un principe in un’oligarchia non è pericolosa per il bene pubblico quanto l’apatia del cittadino in una democrazia”.
«Asserisco con fermezza – ha detto Guerriero - senza paura di essere smentito che Abramo è Sindaco a tempo. È certo, infatti, che non appena sarà scaduto il termine ultimo per consentire l’esercizio del voto a maggio, il sindaco leghista si dimetterà riponendo nelle mani del vice sindaco la guida della città sino alla primavera prossima. Si tratta, quindi, ancora una volta di calpestare la dignità dei catanzaresi che per un semplice gioco di potere si vedranno governati da qualcuno scelto da Abramo e non votato da loro. E’ giunto, quindi, il momento che dopo 20 anni di immobilismo questa amministrazione di destra, oggi riscopertasi leghista, liberi Catanzaro dalla sua opprimente presenza. Ma Catanzaro per essere liberata ha bisogno dei Catanzaresi, che devono alzare la testa».
L’opposizione continua
Insieme, in conferenza stampa, Maurizio Mottola d’Amato, primo dei non eletti nella lista Socialisti & Democratici che subentrerà a Guerriero tra gli scranni dell’assemblea di Palazzo De Nobili. «Le dimissioni di Guerriero sono state ragionate anche insieme a me – ha spiegato Mottola D’Amato – e fino a quando questo Consiglio durerà continueremo a fare opposizione dando il nostro contributo come minoranza. Abbiamo concordato con Roberto che se altri 17 consiglieri decideranno di dimettersi in massa saremo i primi ad aderire».