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Dichiarazione di Antonio Lo Schiavo: «Il tempo delle promesse non mantenute è finito. E' venuto il tempo di tornare a occuparsi della gente, dei quartieri dove si soffre. È un onore per me, all'età di 37 anni, potermi mettere a disposizione della mia città, assumendo responsabilità e rischi ma facendolo da sintesi di una generazione che crede ancora che sia possibile tornare a Vibo e chiede un'opportunità di chiudere con il passato, per realizzare un progetto nuovo, di una città moderna, vivibile. Esiste una divaricazione netta tra un centrodestra che nasconde dietro il civismo la sua vera natura e un centrosinistra che ha scelto il coraggio e la discontinuità negli uomini e nei metodi, con un candidato sindaco nato dalle primarie e non al chiuso di una stanza. Le primarie hanno rappresentato una grande pagina di democrazia, ma dopo di esse si sono scatenate tante forze di resistenza al cambiamento. Io sono molto dispiaciuto che il candidato sconfitto non abbia collaborato con il centrosinistra ma sia andato direttamente ad aiutare l'avversario. Non è accettabile, le regole devono essere rispettate e se si sceglie la competizione si deve stare ai patti. Tuttavia noi abbiamo fatto scelte politiche importanti, che servono non solo per vincere le elezioni ma anche per governare la città il giorno dopo. Scegliendo una coalizione omogenea che garantisca al sindaco la forza di decidere e la possibilità di dare una scossa alla città. Io, al contrario del mio principale avversario, sono nelle condizioni di mettere in campo un squadra nuova, motivata e competente, che darà vita ad una giunta di altissimo livello, scelta sulla base delle professionalità. È il mio impegno e lo rispetterò. Noi vinceremo le elezioni perché nel nostro programma abbiamo dato un'idea di un'altra Vibo che, partendo dalle emergenze, dica basta ai piagnistei e riscopra l'orgoglio di essere vibonesi. Abbiamo potenzialità da fare valere ed energie per far vincere il cambiamento, ripartendo dalla nostra forza, dalla nostra ricchezza culturale, naturalistica, archeologica, dall'innovazione tecnologica, da una visione diversa di città. Ripartiamo dalle positività, con una campagna elettorale che punti sul sorriso e la speranza. Guardiamo alle nostre periferie, alle frazioni, come un potenziale da mettere a frutto. Partiamo dal porto, la nostra più grande infrastruttura, e puntiamo a realizzare una filiera istituzionale che grazie alla vicinanza dei governi regionale, nazionale e dell'Europa, porti investimenti sul territorio. Ci sono gravi sofferenze che andranno affrontate nei primi cento giorni, legate alle esigenze dei cittadini, al rispetto delle regole minime di convivenza. Per questo partiremo da subito con la pulizia di strade e spiagge, con il decoro urbano, con interventi su acqua e rifiuti, senza demagogia ma con concretezza, puntando a ribaltare le prospettive. Ad esempio sui rifiuti che da problema possono essere risorsa con una raccolta differenziata che dovrà essere affidata a giovani. Propongo, a tal proposito, che questo servizio, tramite il bando "Garanzia giovani", sia affidato a cento giovani della nostra città e che nell'area "ex Italcementi" si realizzi un impianto per il recupero dei materiali come vetro e Raee. Buone pratiche amministrative che possano dare risultati, come l'idea di defiscalizzare le nuove imprese in alcune aree della città, in particolare nel centro storico che deve essere rivitalizzato, e poi l'affidamento del verde pubblico a cooperative formate da giovani. Ancora, le politiche sociali, con una città più a misura di bambino e che offra servizi alle fasce disagiate. La cultura, sulla quale punteremo per far crescere la nostra città. Infine il governo del territorio sul quale faremo la differenza puntando su rigenerazione e riqualificazione urbana, fermando il consumo di suolo, recuperando le aree degradare e restituendo dignità ed unità alla città. Abbiamo una visione di città dinamica, moderna, viva, che non ha nostalgia del passato ma che vuole scrivere una nuova pagina ricca di cultura, colori, musica. Una città dove, citando Peppino Impastato, si educhi la gente alla bellezza per avere un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà. Vinceremo queste elezioni, avverto la voglia di cambiamento. Vibo non è fuori controllo, è una città che riesce a distinguere e a leggere tra le pieghe della storia ed è una città in cui emergerà la voglia di cambiamento. Vi diranno di tutto per non cambiare nulla, ma un'altra Vibo è realmente possibile!».
Dichiarazione di Mario Oliverio: «La città di Vibo rappresenta in Calabria il punto di maggiore sofferenza, e noi dobbiamo ripartire proprio da qui per costruire un processo di reale cambiamento. E dobbiamo avere chiaro che per realizzarlo è necessario mettere in campo le energie più valide a partire dai territori, senza sottovalutare il significato del voto e le implicazioni che avrà per Vibo Valentia, la sua provincia e la Calabria tutta. Perché il cambiamento chiama in causa i comuni, i territori, con visioni nuove. E io mi sono messo in campo per aiutare l'affermazione di una nuova classe dirigente. Ecco perché sono qui stasera a sostenere Lo Schiavo. Perché c'è bisogno di far partire una nuova classe dirigente che dovrà gestire gli enti locali, utilizzare le risorse comunitarie, realizzare obiettivi di crescita, creare lavoro, sostenere imprese e avviare servizi qualificati. Ed è una melodia per le mie orecchie ascoltare le proposte del programma di Lo Schiavo, che sono in linea con quello che noi vogliamo fare a livello regionale in un processo che metta in primo piano Vibo Valentia. Qui, dove il nuovo ospedale sarà il primo a partire in Calabria: entro metà luglio il progetto, entro settembre i lavori che entro 24 mesi saranno consegnati dando a questo territorio uno degli ospedali più rispondenti alle esigenze di un sistema sanitario moderno in Italia. Poi la programmazione comunitaria, nella quale un grande territorio come Vibo e la sua provincia, risorse per la Calabria, dovrà avere un ruolo guida, essere capofila di un progetto ampio di riqualificazione della rete infrastrutturale con collegamenti rapidi e sicuri tra la costa, il porto e l'area montana, valorizzando la sua centralità sull'asse Gioia Tauro-Lamezia Terme. Anche ciò che dice Lo Schiavo sulla rigenerazione urbana rientra nei nostri progetti: basta cementificazione, è ora di recuperare i centri storici e creare lavoro con la riqualificazione dell'esistente. Infine una considerazione politica: il centrosinistra ha fatto un'operazione importante avviata con le primarie, ma è necessario fare un discorso di verità e dire che qui a Vibo non ci si può nascondere dietro la maschera del civismo per mistificare la realtà. La campagna elettorale non è un carnevale ma deve essere l'occasione per rappresentare programmi, progetti e anche i soggetti politici che stanno dietro ad un candidato. Va di moda l'antipolitica, il populismo, ma la signora Santelli, che oggi è stata a Vibo, non è figlia di nessuno: è segretaria regionale di Forza Italia, di quel partito che fino all'altro ieri ha avuto responsabilità sul disastro determinato in Calabria. Questi trucchi bisogna disinnescarli. Noi siamo qui a sostenere Lo Schiavo perché riteniamo che questa città abbia diritto di rimettersi in piedi e riaccendere la speranza del futuro e credere nella costruzione di un progetto nuovo. A Vibo sarà sostenuto il lavoro che, da sindaco Lo Schiavo, farà insieme alle forze giovani e sane, per far uscire la città dalle nebbie e mettere in campo le migliori energie, contribuendo al futuro della Calabria. Io sono sicuro che il 31 maggio Lo Schiavo sarà il nuovo sindaco di Vibo Valentia».