«Questa è una candidatura che nasce dal basso in maniera coerente con un percorso che abbiamo già intrapreso con un gruppo di amici nelle scorse regionali. Noi riteniamo che ci sia altro rispetto al Governo Draghi e che questo Governo sia minoranza nel Paese». Così ha esordito nell'agone politico il quarto candidato alla carica di sindaco della città di Catanzaro. Francesco di Lieto, avvocato e vicepresidente nazionale del Codacons ha innanzitutto sgombrato il campo prendendo le distanze dagli altri schieramenti in campo.

Finte contrapposizioni 

«Siamo stanchi delle finte contrapposizioni tra salotti buoni, tra logge massoniche, tra cosche criminali. Pensiamo che Catanzaro sia anche altro e chiederemo il consenso alla cittadinanza». In caso di ballottaggio ha aggiunto: «Non sceglieremo nessuno. Onestamente stiamo parlando di due facce, seppur rispettabili ma della stessa medaglia. Avete mai visto un consiglio comunale che migra? Sembrano le vacche di Fanfani, si vergognano loro stessi di quello che hanno combinato e ammainano simboli e bandiere». 

Liste a sostegno

Due le liste a sostegno del progetto che correrà sotto le insegne di partito: Rifondazione Comunista, Calabria Resistente e Solidale, Potere al popolo e il Partito del Sud. Presente in sala anche la senatrice di "Alternativa c'é", Bianca Laura Granato. «Noi ci richiamiamo ai partiti perchè non abbiamo difficoltà ad esporle e qualcun altro si aggiungerà. Noi non vogliamo i voti massoni, non vogliamo i voti criminali, non vogliamo i voti degli affaristi, non vogliamo i voti di chi è stato coinvolto nella gestione fallimentare di questa città. Fallimentare non perchè lo dico ma per la scelta di chi si vergogna di esporre la propria bandiera. Nelle nostre liste noi avremo teste pensanti che probabilmente porteranno pochi voti ma non ce ne frega assolutamente niente. Chi sta brigando per avere i capi elettori, i portatori di voti, i pacchetti di voti sono altri. Noi non li vogliamo».

«Cosa vogliamo fare? - ha aggiunto ancora Di Lieto -. Vogliamo occuparci degli ultimi, di quello che non hanno voce, quelli di cui ci si ricorda solo in campagna elettorale. Per noi è importante la redistribuzione della ricchezza, quella che è rimasta a Catanzaro, a partire da piccoli segnali».